Heat waves: il calore ci fa male in modi diversi da quelli che immaginiamo

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(La redazione di fem) Jun 30, 2025 · 9 mins read
Heat waves: il calore ci fa male in modi diversi da quelli che immaginiamo
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Le heatwaves non sono più solo un disagio, ma una minaccia sistemica. Ecco perché dobbiamo parlarne e come ci si protegge.

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Heatwave: cos'è un’ondata di calore e come si forma

Le heatwaves – o ondate di calore – non sono semplici giornate estive più calde del solito. Sono il risultato di un fenomeno meteorologico ben preciso: il blocco atmosferico. Questo accade quando un sistema di alta pressione rimane immobile sopra una regione per giorni o settimane, intrappolando l’aria calda e impedendo il passaggio di correnti fresche.

Durante questo blocco, il sole continua a riscaldare la superficie terrestre senza tregua, mentre l’atmosfera non riesce a dissipare il calore. Le notti non offrono refrigerio e le temperature aumentano giorno dopo giorno.

Perché oggi le heatwaves sono più frequenti e pericolose

Negli ultimi 50 anni, le ondate di calore sono diventate più lunghe, intense e letali. Secondo la World Meteorological Organization, il riscaldamento globale ha aumentato la probabilità e la durata di questi eventi. Il 2024 è stato uno degli anni più caldi della storia, con punte record in Asia, Europa e Nord America.

Il cambiamento climatico ha “dopato” il clima terrestre. Con oceani più caldi e jet stream alterati, i blocchi atmosferici tendono a durare più a lungo. Il risultato? Temperature sempre più estreme, sempre più spesso.

L’effetto “isola di calore”: perché le città come Milano sono più a rischio

Le città sono il punto critico delle ondate di calore. Il fenomeno dell’urban heat island (isola di calore urbana) fa sì che le aree urbane siano in media 3-7 °C più calde delle zone rurali circostanti, soprattutto di notte. Il motivo è semplice: asfalto, cemento e vetro assorbono calore durante il giorno e lo rilasciano lentamente durante la notte.

L’assenza di verde e la densità edilizia fanno delle città vere e proprie trappole termiche. Alcune metropoli come Atene, Milano o Madrid registrano picchi di temperatura che superano ampiamente i 40 °C anche in tarda serata.

Q&A - FAQ per il caldo

Fa caldissimo, ma non ho il condizionatore. Come posso sopravvivere e rinfrescare la casa?

Non siete soli. Molte case – soprattutto quelle vecchie – non hanno l’aria condizionata. Alcune strategie efficaci per rinfrescarsi:

  • Chiudere tutto durante il giorno: serrande abbassate, finestre chiuse e tende oscuranti per impedire al calore di entrare.

  • Aprire tutto la sera: appena cala il sole, arieggiate la casa creando correnti incrociate. L’aria della notte abbassa la temperatura interna.

  • Usare ventilatori con un trucco: posizionate davanti alle pale una bottiglia congelata o un contenitore con ghiaccio. L’aria sarà più fresca e umida.

  • Bagnare le tende: se possibile, spruzzate un po’ d’acqua sulle tende. L’evaporazione aiuta a raffreddare l’aria.

  • Dormire in basso: il calore sale. Se avete un piano terra o potete posare il materasso a terra, ci guadagnerete qualche grado in meno.

Cosa mangiare quando fa molto caldo?

Evitate cibi grassi, fritti o elaborati. Preferite alimenti ricchi di acqua, facilmente digeribili e freschi:

  • Frutta (anguria, melone, cetriolo, pesche)

  • Verdure crude o cotte al vapore (zucchine, carote, pomodori)

  • Riso freddo, cous cous, insalate di legumi

  • Yogurt, tofu, uova sode come fonte proteica leggera

Meglio evitare cibi caldi, salse, carne rossa e piatti molto salati che aumentano la ritenzione idrica e la sensazione di calore.

Cosa bere per affrontare il caldo?

L’idratazione è fondamentale, ma anche la qualità dei liquidi conta:

  • Acqua, sempre. Evitate bibite zuccherate, gassate o troppo fredde (rischiano congestioni).

  • Ottime anche tisane fredde, come menta, karkadè, camomilla.

  • Acqua aromatizzata con limone, zenzero o frutti rossi per variare senza aggiungere zuccheri.

  • Attenzione a tè e caffè: contengono caffeina, che ha un effetto diuretico. Se li bevete, aumentate l’apporto d’acqua.

Come rinfrescare la casa senza aria condizionata?

Oltre ai consigli già dati:

  • Coprite i vetri esterni con fogli riflettenti (tipo alluminio), tende termiche o pannelli oscuranti.

  • Bagnate i pavimenti o mettete asciugamani umidi sullo stendino: l’acqua evaporando abbassa la temperatura.

  • Staccate le spine inutili: gli elettrodomestici in standby producono calore invisibile.

  • Evitate di usare il forno o il phon durante le ore più calde.

Quanto caldo può essere pericoloso per la salute?

Già oltre i 30–32°C con umidità alta, la percezione del caldo può superare i 40°C. Attenzione se sentite:

  • Mal di testa persistente

  • Sudorazione abbondante seguita da pelle secca

  • Confusione, nausea, senso di svenimento

In questi casi, spostatevi all’ombra, raffreddate il corpo con acqua fresca, togliete vestiti stretti e chiedete aiuto se i sintomi non migliorano. I colpi di calore possono diventare emergenze mediche.

Cosa possiamo fare noi, ogni giorno

Davanti a un fenomeno globale come le ondate di calore, possiamo sentirci impotenti. Ma le azioni quotidiane – personali e collettive – possono fare la differenza, sia per la nostra sicurezza che per quella degli altri.

1. Imparare ad ascoltare il corpo:
Il colpo di calore non sempre arriva con un allarme evidente. Può manifestarsi con sintomi subdoli come crampi muscolari, mal di testa, spossatezza, nausea, vertigini, pelle molto calda e secca. In alcuni casi può causare confusione mentale, difficoltà a parlare o perdita di coscienza. Riconoscere i segnali precoci è il primo passo per intervenire tempestivamente, su di sé o su chi ci sta accanto.

2. Respirare e digerire meglio quando fa troppo caldo:
Il caldo può peggiorare la qualità della respirazione e appesantire la digestione. Esercizi di respirazione profonda, lenti e diaframmatici possono aiutare il corpo a rilassarsi e ridurre lo stress fisiologico legato alla temperatura. Anche pasti leggeri, con cotture semplici e idratazione costante, favoriscono il benessere digestivo e riducono il rischio di malesseri.

3. Proteggere i più fragili:
Un anziano solo nel palazzo, una persona con disabilità, un senzatetto che vive per strada, o persino un collega visibilmente provato: a volte basta un gesto, una bottiglia d'acqua, una parola, una segnalazione ai servizi sociali. Le ondate di calore colpiscono più duramente chi non ha strumenti – fisici, sociali o economici – per difendersi.

4. Sospendere servizi non essenziali:
Se possiamo, evitiamo di richiedere consegne a domicilio nei momenti più critici della giornata. I riders lavorano esposti all'asfalto rovente e senza adeguate pause. Privilegiare orari serali o pianificare in anticipo è un piccolo gesto di responsabilità civile.

5. Esigere spazi pubblici più sani:
Possiamo – e dobbiamo – chiedere di più. Serve più verde urbano per abbattere le temperature locali, più fontanelle funzionanti, ombra nei parchi gioco, e regole chiare per eventi estivi e cantieri esposti al sole. In troppe città ancora mancano le basi per affrontare il caldo in sicurezza.

6. Attenzione ai farmaci:
Alcuni medicinali comuni – come diuretici, antidepressivi, antinfiammatori – possono alterare la capacità del corpo di regolare la temperatura o aggravare la disidratazione. Chi assume terapie regolari dovrebbe parlarne con il proprio medico durante i mesi caldi per valutare eventuali aggiustamenti.

7. Ridurre l’impatto, ogni giorno:
Il cambiamento climatico non si affronta solo con le leggi, ma anche con le scelte quotidiane. Possiamo contribuire con piccoli gesti: usare meno l’auto e preferire trasporti pubblici o bici, migliorare l’efficienza energetica delle nostre abitazioni, scegliere prodotti a filiera corta, evitare gli sprechi, sostenere aziende e progetti che investono nella sostenibilità.

L’impatto sulla salute: chi rischia di più

Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, le heatwaves rappresentano la prima causa di morte legata al clima in Europa. Non colpiscono tutti allo stesso modo: i più esposti sono gli anziani, i bambini piccoli, le persone con patologie croniche fisiche o mentali come la depressione (poiché assumono regolarmente farmaci che confliggono con il calore) e i lavoratori all’aperto.

Nel 2022, più di 60.000 persone sono morte in Europa per cause direttamente o indirettamente legate al caldo. Oltre ai colpi di calore, ci sono gli scompensi cardiaci, le crisi respiratorie, la disidratazione e l’aggravarsi di condizioni psicologiche.

Gli edifici non sono progettati per il futuro

Molti edifici, anche pubblici, non sono pensati per affrontare ondate di calore. Scuole, ospedali, case di riposo e uffici spesso non hanno sistemi di raffrescamento adeguati. Le fasce più vulnerabili – bambini, anziani, disabili – vivono o trascorrono molte ore in ambienti non protetti.

Secondo la strategia europea “Cooling buildings in Europe”, il problema sarà sempre più critico, soprattutto nei Paesi mediterranei. Adeguare l’edilizia pubblica diventa una priorità.

Per colpa del caldo le infrastrutture cedono

Il crollo dell’insegna del grattacielo Generali a Milano durante una giornata rovente non è stato un caso isolato. Le alte temperature possono alterare la tenuta dei materiali da costruzione, causare dilatazioni anomale, piegare binari e danneggiare manti stradali.

Molte delle nostre infrastrutture sono state progettate in epoche con climi diversi. Oggi, non reggono più. La manutenzione straordinaria non è un’opzione: è una necessità per la sicurezza pubblica.

Concerti e grandi eventi: un rischio evitabile

Sempre più spesso, nei concerti estivi all’aperto, si verificano casi di malori legati al caldo. Il problema non è solo il sole cocente: è l’assenza di misure di prevenzione. Vietare l’ingresso di bottigliette d’acqua per mere ragioni commerciali di acquisto interno sovrapprezzato è una scelta irresponsabile.

I grandi eventi dovrebbero garantire accesso libero all’acqua, zone d’ombra, assistenza medica e piani di evacuazione per emergenze legate al calore. L’attuale gestione, invece, spesso privilegia il profitto alla sicurezza.

Lavoratori a rischio: caldo come rischio professionale

Muratori, rider, postini, addetti alle consegne: sono migliaia i lavoratori che operano ogni giorno sotto il sole. Il caldo non è solo una seccatura, ma un vero e proprio rischio professionale. Il corpo umano, se esposto a temperature estreme senza adeguato recupero, può andare incontro a collasso, disidratazione, crampi e in casi gravi anche morte.

Le disuguaglianze aumentano con il caldo

Chi ha un condizionatore può difendersi. Chi vive in quartieri poveri, in case senza isolamento termico o senza accesso a fontanelle pubbliche, no. Le heatwaves accentuano le disuguaglianze sociali. Secondo l’AEA, a rischio sono soprattutto le famiglie a basso reddito e le persone senza fissa dimora. Una strategia di adattamento climatico deve prevedere interventi mirati proprio nei quartieri più esposti, dove ogni grado in più può fare la differenza tra la vita e la morte.

L’era delle heatwaves è già qui

Il caldo estremo non è un’emergenza occasionale, ma un nuovo standard climatico. Le temperature saliranno ancora, i record verranno superati, le vittime aumenteranno. Ma non possiamo farci trovare impreparati. Possiamo adattarci, mitigarne gli effetti, proteggere chi non può difendersi da solo. Il momento di agire è arrivato.