Grazie alle osservazioni del telescopio spaziale Hubble, gli astronomi hanno ottenuto la visione più chiara finora della cometa interstellare 3I/ATLAS, il terzo oggetto confermato proveniente da oltre i confini del Sistema Solare. Le immagini mostrano un nucleo nascosto all’interno di una chioma (coma) di polveri e i primi accenni di una coda, segni inequivocabili della sua natura cometaria.
Scoperta il 1° luglio 2025 dal sistema di monitoraggio ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System), questa cometa si distingue per un primato: è la più veloce mai osservata, con una velocità di circa 209.000 km/h. Tale traiettoria iperbolica la porterà a sfuggire all’attrazione del Sole, dopo aver ricevuto una “spinta” gravitazionale che la rimanderà nello spazio interstellare, da cui è arrivata dopo un viaggio di milioni di anni.
David Jewitt, astronomo dell’Università della California a Los Angeles e responsabile scientifico delle osservazioni con Hubble, ha paragonato il rilevamento di 3I/ATLAS a “vedere un proiettile per un millesimo di secondo”, sottolineando l’impossibilità di ricostruirne con precisione il percorso originario.
Le analisi indicano che il nucleo potrebbe misurare tra 320 metri e 5,6 chilometri di diametro. Il telescopio ha rilevato una nube di polveri sollevata dal lato esposto al Sole e una debole scia di detriti, caratteristiche comuni alle comete locali. La distanza attuale è di circa 3,8 unità astronomiche (oltre 567 milioni di chilometri) dal Sole, ma già mostra attività significativa.
Nonostante sia stata scoperta da un programma pensato per individuare asteroidi pericolosi, 3I/ATLAS non rappresenta una minaccia per la Terra: il punto più vicino che raggiungerà sarà 270 milioni di chilometri, ben oltre l’orbita del nostro pianeta. Il passaggio al perielio, leggermente all’interno dell’orbita di Marte, è previsto per il 29 ottobre 2025. Dopo una fase in cui sarà nascosta dal bagliore solare, tornerà visibile dalla Terra a dicembre, mentre le sonde su Marte continueranno a monitorarla.
Gli scienziati intendono seguire l’evoluzione della cometa fino a quando sarà possibile, studiandone la composizione grazie a osservazioni spettroscopiche. Confrontare i suoi elementi chimici con quelli delle comete del Sistema Solare potrebbe rivelare differenze significative, come avvenuto con 2I/Borisov, ricco di monossido di carbonio.
3I/ATLAS è solo il terzo oggetto interstellare identificato, dopo 1I/‘Oumuamua nel 2017 e 2I/Borisov nel 2019. Secondo alcune stime, potrebbero trovarsi migliaia di corpi simili nel Sistema Solare in ogni momento, ma la loro individuazione è complessa e spesso resa possibile dalla luminosità prodotta dalla polvere nella chioma.
Il prossimo osservatorio astronomico a grande campo, il Vera C. Rubin in Cile, promette di scoprire molti più di questi “visitatori cosmici” nei prossimi anni, talvolta ancor prima che diventino visibili come comete attive.