I cinque film italiani in concorso a Venezia 82: tra ritorni inaspettati, leggende del palcoscenico e scandali televisivi

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(La redazione di fem) Aug 25, 2025 · 7 mins read
I cinque film italiani in concorso a Venezia 82: tra ritorni inaspettati, leggende del palcoscenico e scandali televisivi
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Cinque registi italiani, cinque visioni potenti e una sola sfida: conquistare Venezia 82. Dal ritorno di Paolo Sorrentino con La Grazia all’epopea teatrale di Pietro Marcello in Duse, passando per la memoria lacerata raccontata da Leonardo Di Costanzo, lo sguardo radicale di Gianfranco Rosi su Napoli e la satira urticante di Franco Maresco, il cinema italiano si presenta al Lido con una cinquina che ha il sapore dell’occasione. E mentre i riflettori sono puntati sul concorso, il fuori gara non resta a guardare: tra serie di altissimo profilo e film che promettono scintille, Venezia 82 si annuncia come un palcoscenico dove l’Italia non solo partecipa, ma detta il ritmo. Il trailer di "Duse": Valeria Bruni Tedeschi è Eleonora nel film di Pietro Marcello in concorso a Venezia 25

I cinque film italiani pronti a conquistare Venezia 82

L’82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, in programma dal 27 agosto al 6 settembre, si apre con un dato che scalda i cuori: ben cinque film italiani in concorso, esattamente come lo scorso anno. Non accade spesso di vedere una presenza così forte, e non potrebbe esserci palcoscenico migliore del Lido per testare la vitalità del nostro cinema. Ad aprire la rassegna sarà Paolo Sorrentino con La Grazia, ma insieme a lui ci saranno Pietro Marcello con Duse, Leonardo Di Costanzo con Elisa, Gianfranco Rosi con Sotto le nuvole e Franco Maresco con Un film fatto per Bene. Un pokerissimo che mescola maestri consacrati e sguardi radicali, portando in gara storie di politica, teatro, memoria e contraddizioni che non lasciano indifferenti.

La Grazia di Paolo Sorrentino, l’Italia tra politica e dilemmi morali

Paolo Sorrentino torna a Venezia con La Grazia, film che inaugura la Mostra e segna una nuova collaborazione con Toni Servillo. L’attore napoletano interpreta Mariano De Santis, Presidente della Repubblica inventato e verosimile, uomo cattolico e vedovo che si trova a dover decidere sulle richieste di grazia di due condannati per omicidio e su una difficile legge sull’eutanasia.

“La Grazia è un film d’amore. Questo motore inesauribile che determina il dubbio, la gelosia, la tenerezza, la commozione” ha dichiarato Sorrentino nelle note di regia. Il film, che vede nel cast anche Anna Ferzetti, esplora la fragilità di un uomo pubblico dietro l’armatura istituzionale, costretto a fare i conti con dilemmi morali che diventano specchio delle nostre fragilità collettive. Dopo il successo di Parthenope, Sorrentino si confronta con un racconto meno glamour ma più intimo e politico, ricordandoci che l’etica non è un orpello ma un fondamento che “tiene in piedi il mondo”.

Duse, la Divina di Marchio Bellocchio e Valeria Bruni Tedeschi che sfida il tempo

Con Duse, Pietro Marcello (Martin Eden) porta in scena la parabola di Eleonora Duse, interpretata da Valeria Bruni Tedeschi. Siamo negli anni duri tra la Grande Guerra e l’ascesa del fascismo: la leggendaria attrice, tra fragilità personali e rovesci finanziari, sceglie di tornare sul palcoscenico come gesto di resistenza e riaffermazione.

“Eleonora Duse mi ha colpito per le contraddizioni che ne hanno caratterizzato l’esistenza” spiega Marcello. Lontano dal biopic tradizionale, il film esplora l’anima di un’artista che con il suo corpo e la sua voce sfida il tempo, il dolore e persino la Storia. È un ritratto che indaga il rapporto tra arte e potere, tra la bellezza e la brutalità della vita, confermando Marcello come uno dei registi italiani più attenti alla materia viva della memoria culturale. Accanto a Bruni Tedeschi troviamo Fanni Wrochna, Noémie Merlant, Fausto Russo Alesi ed Edoardo Sorgente.

Elisa di Leonardo Di Costanzo, il peso insostenibile della colpa

Leonardo Di Costanzo affronta un terreno incandescente con Elisa, interpretata da Barbara Ronchi. La protagonista è una donna che, dopo dieci anni di carcere per il brutale omicidio della sorella maggiore, inizia un percorso di introspezione grazie all’incontro con un criminologo (Roschdy Zem) specializzato in delitti familiari.

Il film scava nel mistero della memoria e della colpa, ricostruendo frammenti rimossi che riaffiorano come schegge dolorose. L’incontro tra Elisa e lo studioso diventa un duello psicologico in cui verità e menzogna si confondono. Nel cast figurano anche Valeria Golino, Diego Ribon, Giorgio Montanini e Hippolyte Girardot.

Sotto le nuvole, Rosi racconta Napoli in bianco e nero

Dopo il Leone d’Oro con Sacro GRA e l’Orso d’Oro con Fuocoammare, Gianfranco Rosi torna a Venezia con Sotto le nuvole, documentario che ritrae Napoli con lo sguardo poetico e radicale che lo contraddistingue. Per tre anni il regista ha osservato la città ai piedi del Vesuvio, tra i fumi dei Campi Flegrei e le vite quotidiane dei suoi abitanti. “La sfida del racconto è assecondare l’inquadratura, mentre le storie prendono vita” ha spiegato Rosi, raccontando di aver filmato la città in bianco e nero per restituirne un’essenza sospesa.

Tra mito e cronaca, Sotto le nuvole restituisce un ritratto vibrante di Napoli, luogo che ribolle di storia, contrasti e leggende popolari. Non manca il proverbio “Vedi Napoli e poi muori”, evocato dal regista come bussola poetica. Distribuito da 01 Distribution dal 18 settembre, il film è autoprodotto con la 21Uno Film e conferma Rosi come maestro di un cinema capace di trasformare la realtà in narrazione universale.

Un film fatto per Bene, il ritorno corrosivo di Maresco

Chiude la cinquina italiana Un film fatto per Bene di Franco Maresco, autore che a Venezia ha sempre diviso e affascinato. Con il suo sguardo corrosivo, Maresco indaga ancora una volta le pieghe più controverse della società italiana, costruendo un affresco in cui satira e disperazione convivono.

Il titolo, che gioca sul doppio senso dell’espressione “fatto per bene”, promette un racconto che mette alla berlina ipocrisie e poteri, mantenendo quella cifra cinica e grottesca che è marchio di fabbrica del regista palermitano. I dettagli della trama restano volutamente avvolti nel mistero, ma è certo che il film non passerà inosservato, come sempre accade con il cinema di Maresco.

L’Italia che vuole il Leone

Cinque film, cinque sguardi, cinque modi diversi di raccontare l’Italia e il mondo: dalla politica morale di Sorrentino al mito fragile della Duse di Marcello, dalla memoria lacerata di Di Costanzo alla Napoli vulcanica di Rosi, fino al sarcasmo urticante di Maresco. La loro presenza in concorso non è solo un orgoglio nazionale, ma la dimostrazione di un cinema italiano vivo, inquieto e capace di rischiare.

Serie e film italiani fuori concorso

Se la gara per il Leone d’Oro accende i riflettori, il fuori concorso di Venezia 82 non è certo da meno e promette un caleidoscopio di storie italiane tra cinema e serialità.

  • Tra le proposte sicure, spicca Il rapimento di Arabella di Carolina Cavalli, seconda regia dopo Amanda, presentato nella sezione Orizzonti e in sala dal 4 dicembre con Benedetta Porcaroli protagonista. Un viaggio surreale tra identità e desiderio di riscatto, con un cast che include Chris Pine ed Eva Robin’s.
  • Il grande appuntamento seriale è invece con Stefano Sollima e la miniserie Netflix Il Mostro, che riapre il caso del Mostro di Firenze, una delle inchieste più controverse d’Italia. In quattro episodi, la serie affronta sospetti, testimonianze e ossessioni di un incubo collettivo durato quasi vent’anni. L’anteprima veneziana anticipa l’uscita su Netflix del 22 ottobre, data simbolica che coincide con il decennale dell’arrivo della piattaforma in Italia.
  • Altro titolo attesissimo è Portobello di Marco Bellocchio, la sua prima serie televisiva, presentata fuori concorso e in arrivo su HBO Max nel 2026. La storia di Enzo Tortora, star della televisione italiana precipitata nell’abisso di un clamoroso errore giudiziario, diventa sotto la guida del maestro piacentino una parabola tragica e universale sul potere, l’ingiustizia e la dignità. A incarnare Tortora è Fabrizio Gifuni, affiancato da Lino Musella, Romana Maggiora Vergano, Barbora Bobulova e Alessandro Preziosi.