Nel settore mobile la scelta di chip è pressoché sterminata, ma tutto fa capo giusto a una manciata di produttori: abbiamo Apple con i suoi A Series che fa storia a sé, essendo l’unica opzione ed esclusiva degli iPhone, mentre su Android ci sono per lo più gli Snapdragon o i MediaTek, con qualche eccezione più “custom” come gli Exynos di Samsung e i Tensor di Google, giunti alla quinta generazione con i Pixel 10. Che gli Exynos abbiano ricevuto la loro dose di critiche negli anni è ben noto, data la loro generale inferiorità, a parità di generazione e fascia, rispetto agli Snapdragon, ma anche i Tensor sono percepiti da molti, soprattutto appassionati e fan, come una sorta di "seconda scelta".
Recentemente i colleghi di Android Authority hanno pubblicato un editoriale che cerca di spiegare o giustificare alcune mancanze oggettive e inconfutabili dei chip di Google, come le scarse prestazioni dal punto di vista di CPU e GPU, la scarsa efficienza termica ed energetica, che in ultimo rendono i Pixel una “seconda scelta” se si vuole giocare, eseguire compiti intensivi come rendering e montaggio video, o anche solo se si cerca un dispositivo dalle prestazioni costanti nel tempo, senza cali drammatici di batteria o problemi di temperature.
L’argomentazione della testata è che non a tutti interessa giocare o montare video per ore, e che le funzionalità AI garantite dalle scelte progettuali di Google valgono sostanzialmente la pena - soprattutto la capacità fotografica superiore; anche perché sono più utili nel quotidiano e si rivolgono a un bacino di utenza più largo. Molti commentatori però argomentano che se è vero che l’esperienza software di un Pixel ha pochi rivali, il vantaggio dei Tensor nell’AI è sempre meno rilevante man mano che passa il tempo: le NPU di chip rivali come gli Snapdragon 8 Elite sono sempre più capaci, e gli smartphone basati su di essi sono sempre più farciti di funzionalità AI. Anche dal punto di vista fotografico, una volta il grande cavallo di battaglia dei Pixel, la concorrenza ha ormai agguantato Google.
C’è poi da considerare il discorso prezzo. Uno smartphone Pixel top di gamma non costa meno dei diretti concorrenti, nonostante abbia un chip per molti versi oggettivamente inferiore. È vero che il chip non è l’unico parametro da valutare, ma la conclusione ultima è che un Pixel ha un rapporto qualità/prezzo inferiore a quello di altri.
A prescindere dal dibattito, c’è da considerare un dettaglio importante: i chip Google sono nati come versione “custom” degli Exynos di Samsung, che è stata scelta come partner per muovere i primi passi in questo settore tutt’altro che facile e accessibile. Insomma, già le basi di partenza non erano le migliori su piazza, e le cose sono state complicate ulteriormente dal fatto che le fonderie di Samsung hanno perso notevolmente terreno rispetto a TSMC. Con i Tensor a bordo dei Pixel 10, Google ha finalmente abbandonato Samsung ed è passata a TSMC; si sono già notati dei miglioramenti, ma si prevede che il vero balzo in avanti a livello prestazionale si osserverà l’anno prossimo con i Pixel 11.