Il buco nero M87 cambia volto: invertiti i campi magnetici vicino all’orizzonte degli eventi

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HDblog.it Sep 17, 2025 · 2 mins read
Il buco nero M87 cambia volto: invertiti i campi magnetici vicino all’orizzonte degli eventi
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A distanza di sei anni dalla prima immagine che ha fatto il giro del mondo, il buco nero supermassiccio al centro della galassia M87 torna a sorprendere gli astronomi. Nuove osservazioni effettuate con l’Event Horizon Telescope (EHT) hanno mostrato un comportamento inatteso: il campo magnetico della materia che lo circonda si è invertito in pochi anni, mettendo in discussione molte certezze teoriche.

M87, questo il nome dell’oggetto, si trova a circa 55 milioni di anni luce dalla Terra e possiede una massa pari a 6,5 miliardi di volte quella del Sole. Nel 2019 l’EHT lo ha reso celebre catturandone la prima “fotografia” della storia, l’anello luminoso di plasma che circonda la sua ombra. Ora, grazie a una campagna di osservazioni condotta tra il 2017 e il 2021, gli scienziati hanno potuto confrontare più immagini, scoprendo che la polarizzazione della luce emessa dal gas caldo ha cambiato direzione.

Secondo i ricercatori, questo fenomeno rivela che il plasma magnetizzato che vortica vicino all’orizzonte degli eventi non è affatto statico: si tratta di un ambiente dinamico, turbolento e molto più complesso di quanto i modelli teorici avessero previsto. Nel 2017 il flusso di gas mostrava un moto coerente in una direzione, per poi stabilizzarsi l’anno successivo e infine invertirsi completamente nel 2021. La dimensione dell’anello è rimasta invariata, in linea con le previsioni della relatività generale di Einstein, ma il disegno delle linee magnetiche ha sorpreso tutti.

Le nuove immagini hanno anche permesso di osservare con maggior dettaglio la base del potente getto di particelle che emerge dal buco nero a velocità prossime a quella della luce. Questi getti, canalizzati dai campi magnetici, trasportano enormi quantità di energia nello spazio intergalattico e influenzano l’evoluzione delle galassie. Vedere dove si origina il fenomeno è un passo importante per comprendere il ruolo dei buchi neri come “architetti cosmici”.

Il risultato è stato possibile anche grazie all’evoluzione dello stesso EHT, una rete globale di radiotelescopi. Rispetto alla prima immagine del 2019, nel 2021 erano già stati aggiunti due nuovi strumenti – Kitt Peak in Arizona e NOEMA in Francia – che hanno reso l’immagine più nitida e dettagliata. Ogni campagna osservativa non solo fornisce nuove informazioni sull’astrofisica dei buchi neri, ma testimonia la crescita di questo progetto scientifico collaborativo.

Le prossime osservazioni saranno ancora più precise: sono in corso potenziamenti del Greenland Telescope e del James Clerk Maxwell Telescope, che renderanno l’EHT ancora più sensibile. Gli studiosi prevedono che questa infrastruttura continuerà a rivoluzionare la nostra comprensione dei buchi neri per molti anni a venire, alimentando nuove domande su fenomeni che fino a poco tempo fa sembravano impossibili da osservare.