Il Giappone ha aggiunto un nuovo, fondamentale tassello al suo programma di osservazione terrestre con il lancio del satellite GOSAT-GW, un sofisticato osservatorio spaziale destinato a monitorare con precisione i gas serra e il ciclo dell'acqua del nostro pianeta. La partenza è avvenuta con successo dal Tanegashima Space Center, segnando non solo l'inizio di una missione scientifica di grande rilevanza, ma anche la conclusione di un'epoca per il programma spaziale nipponico. Questo è stato infatti l'ultimo volo, il cinquantesimo, per l'affidabile razzo vettore H-2A.
A bordo del satellite, dal peso di circa 2.900 chilogrammi, si trovano due strumenti di concezione avanzata che opereranno in sinergia per fornire un quadro dettagliato della salute della Terra. Il primo, denominato TANSO (Total Anthropogenic and Natural emissions mapping SpectrOmeter-3), avrà il compito di misurare la concentrazione di anidride carbonica e altri gas responsabili dell'effetto serra nell'atmosfera. Questi dati saranno cruciali per affinare i modelli climatici e verificare l'efficacia delle politiche di riduzione delle emissioni a livello globale. Il secondo strumento, AMSR3 (Advanced Microwave Scanning Radiometer 3), si concentrerà sull'osservazione del ciclo dell'acqua, misurando parametri come la temperatura superficiale degli oceani, l'umidità del suolo e la copertura nevosa. Le informazioni raccolte da AMSR3 miglioreranno le previsioni meteorologiche e aiuteranno a comprendere l'impatto dei cambiamenti climatici sulle risorse idriche del pianeta.
La missione GOSAT-GW si inserisce in una lunga tradizione giapponese di monitoraggio ambientale dallo spazio, andando ad affiancare i satelliti GOSAT-1 ("IBUKI") e GCOM-W ("SHIZUKU"), lanciati rispettivamente nel 2009 e nel 2012. L'orbita eliosincrona a un'altitudine di circa 666 chilometri garantirà una copertura globale e osservazioni costanti.
Il lancio di sabato 28 giugno ha rappresentato anche un momento storico per l'Agenzia di Esplorazione Aerospaziale Giapponese (JAXA) e per Mitsubishi Heavy Industries, costruttore del vettore. Si è trattata dell'ultima missione per il razzo H-2A, un cavallo di battaglia che ha servito il programma spaziale giapponese per quasi un quarto di secolo. Dal suo debutto nel 2001, l'H-2A ha completato 50 missioni con un tasso di successo straordinario del 98%, subendo un unico fallimento. Nel corso della sua onorata carriera ha trasportato in orbita satelliti per le più svariate applicazioni, dalle telecomunicazioni alla navigazione, e persino la sonda Akatsuki destinata allo studio di Venere nel 2010.
Con il pensionamento dell'H-2A, il Giappone volta pagina e si affida al suo successore, il nuovo lanciatore H3. Questo moderno razzo è stato progettato per offrire prestazioni comparabili a quelle del suo predecessore, ma con un significativo abbattimento dei costi di lancio, un fattore sempre più determinante nel competitivo mercato spaziale odierno. Vi lasciamo al replay della recente missione di lancio.