Il Giappone punta a ridefinire il concetto di energia pulita. Il paese del Sol Levante sta preparando l'invio di una sonda spaziale che sarà in grado di inviare energia solare in modalità wireless dall'orbita alla Terra. Il satellite potrà trasmettere l'energia solare catturata sfruttando dei ricevitori che potranno convertirla in energia utilizzabile.
Il progetto è chiamato OHISAMA, un termine giapponese che significa essenzialmente "sole", e verrà lanciato entro la fine dell'anno. Il satellite avrà un peso di soli 180 kg ed entrerà nella bassa orbita terrestre: precisamente circa 400 chilometri sopra il pianeta. Giunto a destinazione, e attraverso un pannello solare di due metri quadrati, convertirà l'energia raccolta in microonde.
Cosa succede poi? Le microonde verranno trasmesse a una serie di antenne posizionate a Suwa, in Giappone, e saranno poi riconvertite in elettricità. La potenza iniziale stimata è di circa un kilowatt, non proprio tantissimo, dato che sarebbe sufficiente appena per far funzionare una lavastoviglie per un'ora, ma il successo di questo test può rappresentare un importante passo in avanti nel concetto di energia pulita.
Se l'impresa dovesse compiersi potrebbe trattarsi soltanto del primo di una serie di satelliti destinati a orbitare sopra la terra per "ritrasmettere" l'energia solare verso il pianeta e riutilizzarla per l'uso umano. Dal punto di vista concettuale significherebbe poter fornire energia giorno e notte, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche, dalle nuvole o dall'oscurità dovuta alla rotazione terrestre: tutte variabili che, ad oggi, influenzano notevolmente la quantità di energia generata dai pannelli solari...terrestri.
Un concetto comunque non del tutto nuovo perché la prima idea di trasmettere energia dallo spazio alla terra fu proposta addirittura nel 1968 da Peter Glaser, ingegnere della NASA durante l'epoca Apollo e, per i mezzi di allora, assolutamente impraticabile per una serie di ragioni (senza contare che l'interesse era tutto centrato sulla corsa alla Luna).
I mezzi, le risorse e i progressi tecnologici rendono oggi questa possibilità decisamente più fattibile: l'esperimento giapponese metterà alla prova non solo la capacità di irradiare energia solare con precisione dall'orbita, ma anche la capacità dei sistemi terrestri di ricevere, convertire tale energia e riutilizzarla. Un inizio di un qualcosa che potrebbe diventare la norma in futuro, con la nascita di un'infrastruttura globale per l'energia solare.
La NASA, dato che anche gli Stati Uniti sono interessati al progetto, tuttavia avverte: produrre elettricità in questo modo potrebbe costare oltre dieci volte in più rispetto le soluzioni green attualmente disponibili. Nel frattempo, però, il Giappone ci prova anche perché l'agenzia spaziale statunitense, che sta subendo enormi tagli al budget, ha altre missioni in programma: tra cui il ritorno sulla Luna.