Il MANAGER è il Killer dell'ARTISTA: su un post di Tiromancino e sulla morte della musica

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Rick DuFer Jun 23, 2025 · 4 mins read
Il MANAGER è il Killer dell'ARTISTA: su un post di Tiromancino e sulla morte della musica
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Attenzione: la trascrizione è in parte gestita da IA e, per esigenze di adattamento, potrebbe non corrispondere completamente alla puntata relativa.
Dalla puntata del 23 giugno 2025.

Oggi riflettiamo sul ruolo devastante che il managerismo ha sulla musica e sulla creatività in Italia - e non solo.

La ricerca del successo immediato, spesso alimentata da promoter senza talento e da un sistema che premia la popolarità artificiale, ci sta progressivamente distaccando dell’autentica qualità artistica.

Del resto, cos’altro poteva aspettarci da un mondo che esalta la cura del personal brand come massima aspirazione sociale, che ha drammaticamente frainteso il valore artistico con la popolarità e l’immagine e che predilige la quantità alla qualità?

Il Daily Cogito di oggi vuole allora essere un monito per ricordare quanto sia importante resistere alle fauci di un sistema che sfrutta i talenti giovani e che ha perso di vista il valore dell’arte autentica, sostituendola con fenomeni artefatti e momentanei.

Punti chiave del Post di oggi:

1. La malattia dell’arte in Italia: il managerismo

  • I manager distruggono i talenti, spingendo artisti e musicisti verso successi facili e effimeri.

  • La cultura dominante favorisce fenomeni artefatti, senza talento reale né trasversalità artistica.

2. Il meccanismo dei concerti e della carriera

  • Per ottenere concerti e popolarità, artisti giovani sono costretti a seguire strategie di promozione artificiale: tour di pochi mesi, spot, social, senza studi approfonditi.

  • I manager promettono successi immediati, ma poi strangolano la creatività, mantenendo i giovani artisti in uno stato di dipendenza.

3. La mentalità del successo facile

  • La cultura del “turbone”, dei tormentoni e del successo immediato ha corrotto il modo di concepire la musica.

  • La mania di riempire gli stadi rapidamente, senza passare dalla gavetta, crea fenomeni temporanei e poco durevoli.

4. La rovina della cultura musicale italiana e globale

  • La pressione di produrre hit pop-commerciali ha portato alla perdita di attenzione verso la cura artistica.

  • Le nuove generazioni di artisti non studiano e non approfondiscono, perché sono immersi in un sistema che premia l’effimero e il marketing.

5. La cattiva influenza del sistema sul talento

  • Gli artisti emergenti vengono spesso usati come merce per sfruttare il pubblico giovane e inesperto, senza una reale crescita artistica.

  • I fenomeni come Tony Effe o Holly sono artefatti di un sistema che premia il trending e la superficialità.

6. La conseguenza: musica dimenticabile e arte mortificata

  • La qualità artistica si perde e i fenomeni emergenti vengono cancellati in fretta, dati dalla manipolazione e dal sistema di sfruttamento.

  • La vera musica e il talento si devono difendere dall’attacco di un sistema che non premia l’impegno e la profondità.

7. La risposta è la resistenza e il rifiuto

  • È importante resistere a questo sistema, difendere il valore dell’arte autentica e riconoscere i meccanismi di sfruttamento.

  • La vera cultura si costruisce con pazienza, studio e passione, non con promesse facili o fenomeni momentanei.

IL DAILY COGITO DI OGGI:

Come sapete, io alla musica e all’arte in Italia tengo molto ma musica, arte e creatività in Italia - e non solo - hanno una malattia, e si chiama managerismo: cioè, i manager distruggono i talenti, distruggono l’arte, distruggono la musica.

Per questo oggi voglio leggervi un post dei Tiromancino - ebbene sì, i Tiromancino - che parlano proprio di questo tema, ed è molto interessante.

Quindi iniziamo anche oggi questo Daily Cogito!

La descrizione di un attimo, le convinzioni che cambiano e crolla la fortezza del mio debole per te.

Chi si ricorda queste vibes anni 2000, quando la musica era innocente e gli artisti ancora liberi da questi maledetti manager?

Sì, questa è una canzone del 2000, signore e signori: è la canzone che rese famosi i Tiromancino; canzone peraltro che, devo dire, si ascolta ancora con grande piacere. Ma non sono qui per fare una recensione delle canzoni dei Tiromancino, tantomeno della loro carriera che negli ultimi anni io ho perso decisamente di vista; in questi giorni però mi è capitato sotto gli occhi un post interessante, scritto proprio dai Tiromancino su Facebook, e visto che si parla del rapporto fra musicisti, artisti e manager - un rapporto spesso tossico e malato - allora vorrei leggerlo insieme a voi e commentarlo come si deve.

Partiamo però da un presupposto: io ho anche amici manager, cioè non voglio che questo video venga preso come un “tutti i manager fanno schifo”, no, ci sono anche quelli che fanno il loro lavoro in modo corretto. Ma posso assicurarvi, essendo nel campo della creatività italiana, che è una nicchia della nicchia della nicchia, perché i manager in Italia sono spessissimo personaggi loschi, senza talento, che sfruttano il talento degli altri distruggendolo con fini esclusivamente economici e di avidità: questa descrizione, purtroppo, va a corrispondere alla gran parte di coloro che promettono all’artista, al musicista, al giovane autore stadi pieni, successo imperituro, pubblico incredibile; quando, in realtà, vogliono solo sfruttare il loro pubblico, spesso molto giovane, inesperto, appassionato, per vampirizzare ogni energia.

Lo so, questo è un quadro decisamente oscuro, ma è quello che succede.

E allora vorrei leggere insieme a voi questo post dei Tiromancino, interpretandolo e, ovviamente, di tanto in tanto interrompendomi per fare qualche ragionamento.