Il nuovo e ambizioso progetto nato dalla collaborazione tra Jony Ive e OpenAI ha attirato l'attenzione – e il sostegno economico – di Laurene Powell Jobs. L'imprenditrice e filantropa, vedova di Steve Jobs, ha lodato pubblicamente il percorso creativo dell’ex chief designer Apple, definendolo “una meraviglia da osservare”. La dichiarazione arriva durante un'intervista rilasciata al Financial Times.
Ne abbiamo già parlato nei scorsi giorni, ma è un fatto che il dispositivo è ancora avvolto nel mistero. Sappiamo solamente che sarà frutto dell’intesa tra Ive e Sam Altman, CEO di OpenAI. Entrambi sono animati da un intento comune: affrontare le conseguenze indesiderate generate da alcune delle innovazioni tecnologiche più diffuse. Ive, in particolare, fa riferimento ai danni collaterali legati all’iPhone – come la dipendenza da schermo e social – che egli stesso contribuì a progettare. L’obiettivo ora è diverso: creare un oggetto intelligente che migliori davvero il rapporto tra umani e tecnologia. Queste le parole di Jony Ive.
“Se fai qualcosa di nuovo, se innovi, ci saranno inevitabilmente delle conseguenze non previste: alcune meravigliose, altre dannose. Anche quando le implicazioni negative non sono intenzionali, ne sento comunque la responsabilità.”
È proprio da questa consapevolezza che nasce il desiderio di rimediare con un prodotto più etico e utile. In questo contesto, la collaborazione con Altman ha riacceso in Ive la speranza verso un uso più umano e consapevole della tecnologia.
Laurene Powell Jobs non si è limitata a sostenere a parole il progetto. Ha investito direttamente nelle startup fondate da Ive dopo la sua uscita da Apple: LoveFrom, studio di design, e io, azienda hardware ora acquisita da OpenAI per circa 6 miliardi di euro. Un'operazione che potrebbe fruttarle notevoli ritorni economici qualora il dispositivo raggiungesse il successo sperato.
Pur mantenendo il riserbo sulle caratteristiche tecniche del prodotto, Powell Jobs ha raccontato con entusiasmo le fasi del suo sviluppo, testimoniando una crescita creativa che parte da semplici idee fino a diventare prototipi sempre più sofisticati. “Osservare in tempo reale come un’idea prende forma, dalle parole ai disegni, dalle storie ai prototipi, è qualcosa di straordinario,” ha dichiarato. “Ogni volta pensi: non può essere migliorato. E poi arriva la versione successiva, che è ancora più bella.”
L’amicizia tra Powell Jobs e Ive, nata negli anni in cui Steve Jobs guidava Apple, si è rafforzata nel tempo e si è trasformata in una collaborazione che unisce visione artistica, responsabilità sociale e innovazione tecnologica. Entrambi condividono il timore per gli usi distorti della tecnologia, ma anche la volontà di ripensarla in modo più equilibrato. “Ci sono impieghi oscuri per certi strumenti,” ha detto Powell Jobs, “anche se non erano stati concepiti per generare quel tipo di effetti.”
Senza rivelare dettagli concreti sul dispositivo, il progetto sembra voler rappresentare un’alternativa più consapevole e umana ai dispositivi digitali dominanti. Un nuovo percorso, che si annuncia tutt’altro che scontato se pensiamo ai tanti fallimenti di coloro che hanno tentato vie alternative agli smartphone, ma che nasce da un’esigenza condivisa: riconciliarsi con la tecnologia, senza rinunciare al progresso.