Per la prima volta nella storia dell’esplorazione spaziale, l’umanità ha posato lo sguardo sul polo sud del Sole, una delle regioni più inaccessibili e misteriose della nostra stella. Questo risultato eccezionale è merito della missione Solar Orbiter, sviluppata congiuntamente dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dalla NASA, che ha realizzato un’osservazione ad alta inclinazione senza precedenti, offrendo nuove prospettive sulla dinamica solare.
Il veicolo spaziale ha effettuato la sua prima immersione significativa sotto il piano orbitale del Sistema Solare, raggiungendo un’inclinazione di 15 gradi rispetto all’equatore solare. Da questa posizione privilegiata ha potuto catturare immagini dettagliate della zona polare sud, dove spiccano archi coronali brillanti e strutture finora solo ipotizzate nei modelli teorici.
Oltre alle spettacolari immagini ultravioletto, i dati raccolti hanno confermato un elemento da tempo previsto ma mai osservato direttamente: la presenza di un mosaico magnetico complesso e disordinato. In questa regione, si intrecciano campi magnetici di polarità opposta, formando una trama caotica che potrebbe giocare un ruolo determinante nei cicli solari.
Il Sole, infatti, non ha un campo magnetico stabile come quello terrestre. Ogni undici anni circa, le polarità magnetiche si invertono: il nord diventa sud e viceversa. Questi cicli, accompagnati da picchi di attività come macchie solari e brillamenti, sono fondamentali per comprendere come la nostra stella influisce sull’ambiente spaziale e, indirettamente, anche sui sistemi tecnologici sulla Terra.
Secondo gli scienziati, questa nuova finestra sul polo sud solare potrà migliorare notevolmente la capacità di prevedere l’evoluzione del ciclo solare, uno degli obiettivi principali dell’astrofisica moderna.
Un altro elemento intrigante emerso è il modo in cui il Sole ruota: la parte centrale compie una rotazione più rapida rispetto alle regioni polari. Questo movimento differenziale distorce progressivamente le linee del campo magnetico, che finiscono per avvolgersi su sé stesse come un elastico attorcigliato, fino a generare l’inevitabile inversione dei poli.
La missione Solar Orbiter, partita nel 2020 con un investimento di circa 1,2 miliardi di euro, continuerà a monitorare l’attività solare da posizioni sempre più inclinate rispetto al piano orbitale. Entro il 2029, la sonda raggiungerà un angolo di 33 gradi, offrendo una visuale ancora più estesa dei poli solari. Attualmente, orbita a un’inclinazione di 17 gradi, ma nuove manovre gravitazionali con l’aiuto di Venere permetteranno una progressiva elevazione della sua traiettoria.