Esselunga ha sempre lavorato molto sui prodotti marchiati da lei (ho scoperto che si dice “marchio privato”. Il modo con cui lo fa è però piuttosto strano. Dopo aver cominciato nel 1979 con i surgelati marchiati Esselunga ha creato il marchio a primo prezzo Fidèl, che però si è rapidamente sputtanato (scusate il tecnicismo). A questo punto la catena si è riposizionata sul segmento alto, con i prodotti Esselunga Bio ed Esselunga Top: alcuni anni fa è tornata sul primo prezzo, tirando fuori dal cilindro la linea Smart facilmente riconoscibile dal colore giallo neon.
A differenza dei Fidèl, i prodotti Smart non erano spesso così male, soprattutto quelli legati al latte (che compra da Austria e Germania, dove evidentemente costa meno ma non può avere la bandierina “100% italiano” che è tanto di moda). Però mi sa che l’esperimento non è andato cosi bene, perché molti di quei prodotti sono stati rimarchiati semplicemente “Esselunga”, con confezioni color pastello e indicazioni di come i prezzi siano più bassi ma la qualità resti la stessa.
Ovviamente non c’è nulla di strano nell’avere più linee di prodotti posizionate in modo diverso: ma forse i nomi dovrebbero essere un po’ meno intercambiabili…