Quando si pensa alle stagioni, a qualcuno verrà sicuramente in mente il genio di Vivaldi, che con le sue composizioni è stato in grado di catturare il loro ritmo immutabile e distintivo: inverno, primavera, estate e autunno si succedono con una puntualità quasi matematica, scandendo la vita sul nostro pianeta. Eppure, secondo un recente studio pubblicato su Nature, questa visione così semplice e rassicurante è fin troppo basilare.
La ricerca, che ha usato un approccio innovativo per osservare i cicli di crescita stagionali dalle orbite dei satelliti, ci offre un quadro completamente inedito dei ritmi dei vari ecosistemi terrestri, e quello che è emerso è davvero sorprendente.
La mappatura dei cicli di crescita delle piante, grazie a ben venti anni di immagini satellitari, ha rivelato "punti caldi" di asincronia stagionale. Sono zone del pianeta dove il ritmo delle stagioni cambia drasticamente su distanze molto brevi, addirittura al di sotto dei 200 km tra un punto e l'altro. Le conseguenze di questo fenomeno, che a un primo sguardo può sembrare un'informazione di nicchia, sono in realtà profonde. Hanno risvolti ecologici, evolutivi e persino economici che vale la pena di esplorare.
Questo fenomeno si manifesta soprattutto in cinque aree a clima mediterraneo sparse per il mondo, come la California, il Cile e l'Australia meridionale. In pratica queste regioni condividono un particolare schema a "doppio picco" stagionale, dove la crescita delle foreste raggiunge il suo massimo circa due mesi dopo rispetto ad altri ecosistemi. Il tutto crea un quadro intricato di attività biologiche fuori fase.
Il nostro pianeta è pieno di questi fenomeni, soprattutto nelle aree montuose tropicali. Qui, la complessa topografia influenza la circolazione dell'aria, che a sua volta determina le precipitazioni locali e la nuvolosità. È un meccanismo ancora poco conosciuto ma che potrebbe essere fondamentale per capire l'incredibile biodiversità che caratterizza queste regioni. Le zone dove i cicli stagionali sono fuori fase coincidono infatti con molti dei "punti caldi" di biodiversità della Terra, ovvero luoghi con un'alta concentrazione di specie animali e vegetali. Questo dato non è un caso.
Se le risorse stagionali, come la fioritura delle piante, sono fuori sincrono tra luoghi vicini, anche i cicli riproduttivi delle specie che ci vivono lo saranno. Questo riduce la probabilità di incroci tra popolazioni diverse, che nel tempo tenderanno a differenziarsi geneticamente, arrivando persino a dare vita a nuove specie. È un'ipotesi affascinante che potrebbe spiegare, in parte, l'enorme ricchezza di vita in queste aree.
Non è un'idea campata in aria, il nuovo modello, frutto di un'analisi profonda da parte di un'AI, prevede differenze sorprendenti nella tempistica della fioritura delle piante e anche nelle relazioni genetiche tra popolazioni che vivono a poca distanza. La ricerca ha persino predetto con precisione la complessa geografia dei raccolti di caffè in Colombia: fattorie separate da un tragitto di un solo giorno in montagna possono avere cicli riproduttivi fuori fase come se fossero in emisferi diversi.