Il satellite NISAR dispiega l’antenna più grande mai lanciata dalla NASA

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HDblog.it Aug 23, 2025 · 2 mins read
Il satellite NISAR dispiega l’antenna più grande mai lanciata dalla NASA
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Un nuovo traguardo per la missione congiunta NASA-ISRO è stato raggiunto a poco più di due settimane dal lancio: il gigantesco riflettore radar del satellite NISAR si è aperto nello spazio, dispiegandosi come un’enorme antenna a forma di tamburo dal diametro di 12 metri. L’operazione, avvenuta il 15 agosto, è stata seguita in diretta dai team del Jet Propulsion Laboratory in California e dagli ingegneri dell’agenzia spaziale indiana, confermando il buon esito di una delle fasi più delicate della missione.

Il lancio del satellite era avvenuto lo scorso 30 luglio dal Satish Dhawan Space Centre, sulla costa sudorientale dell’India. NISAR è progettato per osservare la Terra con un livello di dettaglio mai raggiunto prima: monitorerà lo scivolamento delle placche tettoniche, i movimenti dei ghiacciai, le deformazioni del terreno causate da terremoti o vulcani e i cambiamenti negli ecosistemi forestali e umidi. Ogni 12 giorni riuscirà a scandagliare quasi tutte le superfici terrestri e ghiacciate del pianeta, offrendo dati preziosi non solo alla comunità scientifica ma anche a chi deve prendere decisioni pratiche, come amministrazioni e agenzie di protezione civile.

Il cuore tecnologico di NISAR è proprio il suo radar a doppia banda: combina infatti un sistema L-band, capace di penetrare attraverso nuvole e fitte coperture vegetali, con un sistema S-band, più sensibile all’umidità e alla vegetazione leggera.

Per funzionare, entrambi hanno bisogno del riflettore appena aperto, la più grande antenna mai dispiegata nello spazio per una missione NASA. Costruito con 123 sottili supporti in materiali compositi e rivestito da una rete dorata, pesa appena 64 chilogrammi ma ha la superficie necessaria a simulare un’antenna radar lunga quasi 19 chilometri.

Il dispiegamento, ribattezzato “bloom” dagli ingegneri, è avvenuto in due fasi: prima l’apertura del braccio di 9 metri che sostiene la struttura, poi lo sgancio di bulloni esplosivi che hanno permesso all’antenna, ripiegata come un ombrello, di aprirsi in orbita. In 37 minuti si è passati da un compatto disco di 60 centimetri al riflettore grande quanto un autobus scolastico.

Se tutto andrà come previsto, entro la fine dell’autunno inizierà a restituire immagini ad altissima risoluzione, capaci di mostrare variazioni della superficie terrestre di pochi centimetri. Secondo gli scienziati coinvolti, sarà possibile ottenere veri e propri filmati tridimensionali dei cambiamenti della crosta terrestre, aprendo nuove prospettive nello studio dei rischi naturali e nella gestione delle risorse.

Il progetto è il risultato di decenni di ricerca sul radar a apertura sintetica, una tecnologia che la NASA sperimenta dagli anni Settanta, quando il satellite Seasat aprì la strada all’osservazione radar della Terra.