Il seno non è un’oscenità: l'esibizione-protesta di Rebecca Baby dopo la molestia al concerto

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(La redazione di fem) Jul 31, 2025 · 3 mins read
Il seno non è un’oscenità: l'esibizione-protesta di Rebecca Baby dopo la molestia al concerto
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Durante un live in Francia, Rebecca Baby è stata aggredita da due fan nel pit sotto il palco. Ma la cantante dei Lulu Van Trapp non si è zittita: ha continuato il concerto a seno scoperto per protestare contro la sessualizzazione del corpo femminile. “Guardate il mio seno finché non capirete che è non è sessuale”, Rebecca Baby reagisce una molestia esibendosi a petto nudo

Molestata sul palco, non zittita: il gesto ribelle di Rebecca Baby

Cosa è successo al festival Le Cri de la Goutte? La dinamica della molestia

Sabato 26 luglio, durante il festival Le Cri de la Goutte a Chézery-Forens, in Francia, Rebecca Baby è scesa nel pit per cantare a contatto con il pubblico, come fa spesso. Ma qualcosa è andato storto. Un ragazzo le ha trattenuto il braccio, un altro le ha afferrato il seno. Un’aggressione avvenuta sotto gli occhi del pubblico, mentre cantava. “Mi sono sentita subito in pericolo”, ha raccontato poi su Instagram, prima che il post fosse rimosso dalla piattaforma. “Un gesto ridicolo, veloce, disgustoso. Abbiamo fermato tutto”.

Rebecca Baby e l'esibizione a seno scoperto: “Guardate finché non sarà normale”

Poteva scegliere di interrompere lo show. Invece Rebecca Baby è risalita sul palco e ha continuato a cantare in topless, spiegando al microfono la sua scelta: “Lo faccio finché il vostro cervello non capirà che il seno non è una cosa sessuale”. Non si è trattato di un’uscita provocatoria, ma di un gesto politico, diretto e viscerale, nato dal bisogno di reagire all’umiliazione subita. “Guarderete il mio seno fino alla fine del concerto. E dopo un po’, non vi ricorderà più il sesso”, ha detto.

Chi è Rebecca Baby, la voce dei Lulu Van Trapp

Rebecca Baby è la carismatica frontwoman del gruppo francese Lulu Van Trapp, band salita alla ribalta per il suo blend di pop-rock energico, testi impegnati e performance dal forte impatto visivo. Originaria della regione dell’Alvernia, ha iniziato a far parlare di sé tra festival indipendenti e rassegne emergenti, conquistando un seguito fedele grazie alla sua voce potente e alla sua forte presenza scenica. Il suo diritto al palco viene vissuto come un atto politico: da sempre impegnata nella difesa dei diritti delle donne e contro la violenza di genere, ha trasformato la musica in strumento di consapevolezza e denuncia. Il gesto compiuto durante il festival Cri de la Goutte è solo l’ultimo esempio della sua coerenza artistica: una performer che crede che un concerto possa cambiare uno sguardo, fino a decostruire tabù culturali.

Non è il corpo, è come viene percepito: la denuncia della cantante

Rebecca Baby ha chiarito che l’accaduto non ha nulla a che fare con l’abbigliamento o la nudità. “Mi sono già lanciata nuda tra il pubblico, e non era mai successo nulla. Questo dimostra che il problema non è come ci si veste, ma come si guarda”, ha scritto. E ha aggiunto: “Il mio coraggio è la sua vergogna”. La cantante dei Lulu Van Trapp ha voluto ribaltare lo sguardo: non è il corpo a dover cambiare, ma il modo in cui viene percepito. Un messaggio potente, che molti hanno trovato liberatorio.

La reazione del pubblico e la solidarietà ricevuta

Durante il concerto, anche alcune ragazze in prima fila hanno deciso di togliere la maglia in solidarietà con Rebecca. Un gesto che, purtroppo, ha ricevuto reazioni sessiste anche da parte della sicurezza, che ha ammonito una di loro per “mettersi a rischio”. Una dinamica classica, quella della colpevolizzazione della vittima, che una delle giovani ha denunciato con lucidità: “Non va bene nel 2025 incolpare ancora le donne per la bestialità degli uomini”.

Nel frattempo, l’organizzazione del festival ha preso le distanze dal gesto dell’aggressore e ha espresso pieno supporto all’artista: “Il comportamento è inaccettabile. È in totale contraddizione con i valori del nostro evento: rispetto, gentilezza, inclusione, sicurezza per tutti”.

Desessualizzare, non provocare: il significato di quel gesto