Il WiFi diventa un cardiofrequenzimetro: la scoperta di UC Santa Cruz

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HDblog.it Sep 04, 2025 · 1 min read
Il WiFi diventa un cardiofrequenzimetro: la scoperta di UC Santa Cruz
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In futuro il WiFi non servirà più soltanto a guardare film in streaming o lavorare da remoto. Secondo uno studio dell’Università della California a Santa Cruz, potrebbe trasformarsi in un vero strumento medico domestico, capace di rilevare il battito cardiaco con la stessa accuratezza dei monitor clinici. La tecnologia si chiama Pulse-Fi e promette di monitorare la salute senza braccialetti, fasce toraciche o smartwatch.

Alla base c’è un principio semplice: le onde radio emesse dai router attraversano lo spazio e, incontrando il corpo umano, subiscono piccole variazioni. Un battito cardiaco, sebbene quasi impercettibile, lascia un segnale riconoscibile. I ricercatori hanno applicato algoritmi di machine learning a queste micro-variazioni, riuscendo a distinguere il battito dal “rumore” causato da movimenti o interferenze ambientali. I test, condotti su 118 volontari, hanno mostrato risultati impressionanti: bastano cinque secondi di elaborazione del segnale per ottenere una misura del battito con uno scarto di appena mezzo battito al minuto. Sessioni più lunghe migliorano ulteriormente l’accuratezza, indipendentemente dalla posizione della persona – che fosse seduta, in piedi, sdraiata o in movimento.

Un altro aspetto sorprendente è il costo. Il team ha lavorato con chip ESP32, disponibili a meno di 10 euro, e con schede Raspberry Pi che costano circa 30 euro. Con router commerciali, spiegano gli scienziati, le prestazioni potrebbero addirittura aumentare. La ricerca dimostra così che la tecnologia per trasformare un normale accesso WiFi in un sensore medico è già alla portata di molti.

Il progetto non si ferma al battito cardiaco. I ricercatori stanno testando anche il monitoraggio del respiro, utile per disturbi come l’apnea notturna, e i primi dati non ancora pubblicati sembrano incoraggianti. Un altro punto di forza è la distanza: Pulse-Fi è riuscito a rilevare il battito fino a tre metri di distanza dal soggetto, senza perdita di precisione. Un limite che aveva frenato studi precedenti sembra quindi superato.

Il lavoro, guidato dalla professoressa Katia Obraczka e dal dottorando Nayan Bhatia, è stato realizzato con la collaborazione di giovani ricercatori, compreso un liceale entrato nel team attraverso un programma di tirocinio scientifico. I risultati sono stati presentati alla conferenza IEEE DCOSS-IoT 2025, dedicata ai sistemi distribuiti e all’Internet delle Cose.