La Cina si sta muovendo rapidamente anche nel settore degli impianti neurali BCI, colmando rapidamente il gap con Neuralink di Elon Musk. È notizia recente che è stata testata con successo una tecnologie molto promettente, ma vediamo meglio di che si tratta.
Un uomo cinese, che ha perso tutti e quattro gli arti oltre dieci anni fa a causa di un grave incidente, ha compiuto un passo straordinario verso il recupero dell’autonomia: ora riesce a controllare un cursore sullo schermo usando solo il pensiero. come anticipato sopra, il merito è tutto di un impianto neurale innovativo, grande quanto una moneta, che gli è stato inserito nel cervello a marzo di quest’anno. Dopo poche settimane, l’uomo è stato in grado di utilizzare un computer, giocare a scacchi e persino cimentarsi nei videogame con una naturalezza sorprendente.
Parliamo quindi di una nuova sperimentazione su esseri umani con una tecnologia BCI (interfaccia cervello-computer) completamente invasiva, dopo quella di Neuralink. Il progetto in questo caso nasce dalla collaborazione tra centri di ricerca, ospedali universitari e aziende tecnologiche cinesi, ma l’obiettivo è sempre il medesimo: offrire una nuova opportunità terapeutica a pazienti con gravi disabilità motorie, tra cui persone affette da SLA o paralisi.
Il cuore del dispositivo è costituito da elettrodi estremamente sottili e flessibili, meno spessi di un capello umano e molto più delicati rispetto a quelli già in uso. Questi elettrodi sono in grado di adattarsi ai micromovimenti del cervello senza danneggiare i tessuti circostanti. Ognuno di essi contiene 32 sensori, in grado di rilevare e decodificare l’attività elettrica cerebrale con grande precisione e senza provocare rigetti.
L’operazione di impianto è stata rapida: meno di mezz’ora. I chirurghi hanno creato un’apertura di circa 5 millimetri nel cranio, sopra la corteccia motoria, e con l’aiuto di tecnologie di navigazione in tempo reale hanno posizionato l’elettrodo con una precisione millimetrica. Prima dell’intervento, il team medico aveva ricostruito una mappa 3D dettagliata del cervello del paziente per individuare il punto ottimale.
Ora il paziente sarà sottoposto a un percorso di addestramento per imparare a controllare arti robotici e strumenti assistivi, con l’obiettivo di eseguire movimenti complessi come afferrare e spostare oggetti. Nei prossimi mesi, il dispositivo verrà testato anche per la gestione di robot avanzati, come animali robotici e assistenti AI, con prospettive future che spaziano dal supporto quotidiano alla riabilitazione motoria avanzata.
Il programma prevede l’ampliamento della sperimentazione a piccoli gruppi di persone con disabilità motorie entro la fine dell’anno, per poi raggiungere una platea di 40 partecipanti entro il 2026.