In Cina nasce il robot che può portare in grembo un bambino

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HDblog.it Aug 19, 2025 · 2 mins read
In Cina nasce il robot che può portare in grembo un bambino
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Una startup tecnologica di Guangzhou, Kaiwa Technology, ha svelato al World Robot Conference 2025 di Pechino un progetto che sta già sollevando accese discussioni in tutto il mondo: il primo robot umanoide in grado di portare a termine una gravidanza.

L’idea, guidata dal fondatore Zhang Qifeng, prevede un androide con un grembo artificiale incorporato, pensato per ospitare e far sviluppare un feto dall’impianto fino al parto. Secondo le dichiarazioni, la tecnologia del grembo artificiale sarebbe già consolidata in laboratorio: il feto si svilupperebbe immerso in un liquido amniotico sintetico e riceverebbe nutrienti attraverso un tubo collegato all’ombelico, simulando la gestazione naturale. Ma non è tutto, poiché l’azienda punta a lanciare il prodotto entro il 2026, con un prezzo sotto i 100.000 yuan, ossia circa 13.900 euro al cambio diretto. La questione è davvero delicata, pertanto vi riportiamo solamente le informazioni emerse fino a oggi, in modo tale che ognuno possa trarre le proprie conclusioni.

Se da un lato c’è chi intravede nuove speranze per le coppie infertili o per chi non vuole affrontare i rischi e i limiti fisici di una gravidanza, dall’altro emergono forti timori legati all’etica, al quadro giuridico e persino alle conseguenze sociali: che ruolo avrebbe una madre in un processo di gestazione totalmente artificiale? E fino a che punto è accettabile delegare a una macchina il compito di portare avanti una vita umana? Tutte domande che per ora non possono avere una risposta. Zhang ha dichiarato che sono già stati avviati confronti con le autorità della provincia di Guangdong per esplorare i possibili regolamenti.

Il concetto non nasce dal nulla, ma saranno in molti a pensare che solamente in Cina avrebbe potuto essere preso in considerazione. Tutto inizia nel 2017, ricercatori dell’Ospedale pediatrico di Philadelphia avevano mantenuto in vita e fatto crescere un agnellino prematuro in una “biobag”, un sacco trasparente riempito di fluido amniotico artificiale. L’esperimento, pur limitato a una fase gestazionale avanzata, aveva mostrato risultati sorprendenti, come la crescita del vello dopo poche settimane. Tuttavia, passare da un prototipo neonatale a una gestazione completa rappresenta un salto tecnologico e scientifico ancora immenso.

A rendere il quadro ancora più complesso, la Cina sta puntando molto sull’integrazione di AI e biotecnologie. Nella stessa conferenza è stato presentato GEAIR, un robot agricolo capace di impollinazione autonoma e selezione genetica assistita dall’intelligenza artificiale. Grazie a tecniche come l’editing genetico e la “speed breeding”, questo sistema può produrre in tempi ridotti varietà ibride di piante, già testato sulla soia. È un esempio concreto di come la frontiera tra biologia, robotica e AI si stia assottigliando sempre di più.

Il robot di Kaiwa, però, si spinge su un terreno molto più sensibile: la nascita stessa della vita. Se davvero il prototipo verrà mostrato nel giro di un anno, come promesso, ci troveremo davanti a una sfida più culturale e filosofica che tecnologica. La visione di un androide in grado di partorire apre scenari che fino a pochi anni fa sembravano confinati alla fantascienza, ma che oggi rischiano di diventare parte delle cronache quotidiane. E voi che ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti.