In Finlandia si scaldano 700 case con il calore immagazzinato: ecco il segreto

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HDblog.it Aug 01, 2025 · 3 mins read
In Finlandia si scaldano 700 case con il calore immagazzinato: ecco il segreto
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In Finlandia, un'idea tanto semplice quanto ambiziosa sta ridefinendo il concetto di recupero energetico. Presso l'impianto di termovalorizzazione di Lounavoima, nella cittadina di Salo, si è trovato un modo per risolvere un paradosso comune a molte strutture simili: l'abbondanza di calore in eccesso durante l'estate e la necessità di ricorrere a combustibili fossili, come il petrolio, per integrare il riscaldamento durante i rigidi inverni. Ogni anno, l'impianto gestisce circa 120.000 tonnellate di rifiuti urbani, un processo che genera un'enorme quantità di energia termica. Prima di questa innovazione, questo surplus energetico veniva semplicemente disperso nell'atmosfera nei mesi più caldi, uno spreco evidente di risorse preziose.

La soluzione è arrivata guardando non verso il cielo, ma verso il basso. Grazie a una collaborazione tra il produttore di compositi Exel Composites e l'azienda di tecnologia geotermica QHeat, è nato un sistema di stoccaggio termico sotterraneo. Il progetto consiste nell'intrappolare il calore in eccesso a quasi due chilometri di profondità, direttamente nel solido substrato di granito sotto l'impianto. Qui, l'energia può essere conservata per mesi, pronta per essere rilasciata quando le temperature finlandesi scendono anche a -20 gradi Celsius. La capacità di questo "magazzino" energetico è notevole: fino a 14 gigawattora (GWh) di calore, una quantità sufficiente a riscaldare circa 700 abitazioni unifamiliari per un intero anno, abbattendo le emissioni e aumentando l'efficienza complessiva.

Il cuore di questa tecnologia è un componente apparentemente semplice ma estremamente sofisticato: speciali tubi in polimero rinforzato con fibra di vetro (GFRP). Realizzare questi condotti ha rappresentato una vera sfida ingegneristica. Dovevano essere leggeri, resistenti alla corrosione e, soprattutto, capaci di sopportare le pressioni e le temperature estreme del sottosuolo, garantendo al contempo un isolamento termico ottimale per non disperdere il prezioso calore.

Dopo diverse iterazioni, i team di ricerca e sviluppo hanno trovato la formula perfetta, ottimizzando non solo la resistenza meccanica e le proprietà termiche, ma anche la facilità di assemblaggio e installazione.

Questo progetto non si limita a essere un capolavoro di ingegneria, ma rappresenta anche un passo concreto verso un futuro energetico più sostenibile. Come ha sottolineato Erika Salmenvaara, CEO di QHeat, circa il 60% della produzione di calore nell'Unione Europea dipende ancora oggi dai combustibili fossili. Sebbene l'elettrificazione del riscaldamento sia una via percorribile, essa mette a dura prova le infrastrutture elettriche esistenti. Soluzioni come quella di Salo dimostrano che l'innovazione tecnologica può offrire alternative valide e complementari. Anche la vita utile dei tubi è stata pensata in ottica di economia circolare: una volta terminato il loro ciclo operativo, non finiranno in discarica, ma verranno co-processati per produrre cemento, sostituendo così materie prime vergini e combustibili fossili.

Surak 2.05

Bah, intanto si parla di Norvegia, ma poi è la solita soluzione che è un'idea imprenditoriale per vendere lo "scarto" e solitamente non a poco, se non costretti, per cui a parte il bla bla sull'ecologismo, all'utente finale la differenza è minima (ma magari ha più regole da rispettare) mentre le aziende fanno altro business.
Nulla di realmente ecologico insomma ma molto economico (non in senso di risparmioso per il cittadino).
Altrove, sempre da quella zone d'Europa, facevano roba simile ma meno estrema (perché non era un business privato) riempiendo di acqua calda un'enorme deposito sotterraneo, che non ricordo per cosa era stato costruito ma poi in disuso, mica serve andare a 2 km di profondità.
Che poi a noi che ce frega?
Siamo in Italia, nella maggior parte dei casi basterebbe conservare il tepore diurno invernale (degli oggetti, non tanto dell'aria) in una sorta di grosso vasca-termos, sotterrata a 3 metri, per stare senza riscaldamento l'80% dei giorni invernali, coprendo quel che manca negli altri giorni con sistemi alla buona (legna, termoconvettori, ecc) e lo potrebbe fare il comune cittadino da solo senza mettere in mezzo aziende con il loro tornaconto, ma proprio per questo è tendenzialmente impedito, anche a chi ne avrebbe la possibilità (abitazioni isolate diciamo)