Un nuovo capitolo nella storia della tecnologia quantistica è stato scritto con il lancio del primo computer fotonico satellitare. Partito il 23 giugno dalla base di Vandenberg in California, a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX, questo avveniristico dispositivo è ora in viaggio verso la sua orbita operativa, a circa 550 chilometri sopra le nostre teste.
Il progetto, frutto di una collaborazione internazionale guidata con maestria da Philip Walther dell'Università di Vienna, segna un momento cruciale non solo per la ricerca fondamentale, ma anche per le future applicazioni pratiche che potrebbero scaturirne.
Il vantaggio principale di avere un computer quantistico nello spazio risiede nella sua capacità di effettuare quello che gli esperti chiamano "edge computing". In pratica, i dati raccolti dal satellite, come ad esempio quelli relativi agli incendi boschivi o ai fenomeni climatici, possono essere processati istantaneamente a bordo. Questo elimina la necessità di inviare enormi quantità di dati grezzi verso le stazioni terrestri, un processo che richiede tempo ed energia. Grazie a questa capacità di analisi in loco, i tempi di risposta in caso di emergenze potrebbero ridursi drasticamente, offrendo uno strumento in più per la salvaguardia del nostro pianeta.
La sfida ingegneristica dietro a questa missione è stata tutt'altro che banale. Portare un sistema così delicato e complesso nello spazio ha richiesto soluzioni innovative per proteggerlo dalle condizioni estreme che incontrerà: violente vibrazioni durante il lancio, radiazioni cosmiche e sbalzi di temperatura a dir poco proibitivi. Il team di Vienna ha lavorato instancabilmente per miniaturizzare un intero laboratorio quantistico fino a ridurlo alle dimensioni di una scatola da scarpe, con un peso di circa 9,5 chilogrammi. In una fase cruciale del progetto, dodici membri del team hanno assemblato il modello di volo in appena undici giorni all'interno di una camera bianca presso il Centro Aerospaziale Tedesco, dimostrando una dedizione e una competenza straordinarie.
Tecnologia 20 Giu
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Questo computer, che sfrutta i fotoni, ovvero le particelle di luce, per eseguire i suoi calcoli attraverso principi fisici come l'interferenza e la diffrazione, non è solo un esperimento fine a se stesso. "Questa missione ci permette di testare le prestazioni e la durabilità dell'hardware quantistico in condizioni estreme", ha spiegato Walther. I dati che verranno raccolti sulla sua funzionalità e resistenza nell'ambiente ostile dello spazio saranno preziosissimi per lo sviluppo di future generazioni di dispositivi quantistici, sia per scopi commerciali che scientifici. Le potenziali applicazioni future spaziano dal monitoraggio climatico di precisione all'ottimizzazione delle comunicazioni satellitari, fino a nuovi esperimenti sulla fisica quantistica fondamentale.
Il lancio faceva parte della missione "Transporter-14" di SpaceX, un vero e proprio "passaggio in auto" spaziale che ha portato in orbita un totale di 70 carichi utili, tra cui microsatelliti, cubesat e persino capsule per il rientro di materiali prodotti nello spazio. In questo affollato manifesto, il piccolo computer quantistico si distingue per il suo potenziale di trasformare radicalmente il modo in cui concepiamo l'elaborazione dati al di fuori del nostro pianeta. Il team si aspetta di ricevere i primi risultati entro una settimana dall'entrata in orbita, un momento che sarà seguito con il fiato sospeso da tutta la comunità scientifica.