Negli ultimi anni, eventi estremi come gli incendi boschivi, sono diventati sempre più frequenti. Nonostante la forte riluttanza a crederci, una delle cause principali è da attribuire al cambiamento climatico e, in particolar modo, all’aumento costante delle temperature globali, che costituiscono un fattore di rischio significativo.
Con l’aumento dei cambiamenti climatici, gli incendi sono sempre più violenti. Oltre a essere pericolo per la vita umana, per gli ecosistemi e gli animali, gli incendi boschivi provocano altresì un danno economico e un rilascio nell’ambiente di grandi quantità di anidride carbonica. E’ proprio su quest'ultimo aspetto che si concentrerà l’articolo.
Ad analizzare la situazione globale delle emissioni di gas a effetto serra derivate dagli incendi è Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS). Ne è emerso che i primi quattro mesi del 2025 sono stati segnati da una delle stagioni degli incendi più bassi nella regione dell’ASEAN superiore.
Il risultato riflette gli sforzi per limitare la combustione agricola e ridurre l’inquinamento. Anche in altre aree tropicali, gli incendi stagionali hanno prodotto emissioni inferiori alla media. La Corea del Sud ha vissuto i suoi incendi più gravi e intensi mai registrati, mentre nel Regno Unito le condizioni climatiche insolitamente calde e secche hanno favorito lo sviluppo di incendi rari per la zona. Ad aprile, il Paese ha già superato i precedenti record di superficie bruciata per l’Europa nordoccidentale.
EMISSIONI NEL SUD-EST ASIATICOI Paesi dell’Asia sud-orientale hanno registrato, come anticipato, livelli di emissioni da incendi tra i più bassi mai rilevati dal 2003. In totale, sono state rilasciate in ambiente circa 37 megatonnellate di carbonio, ben al di sotto della media stagionale di 79 megatonnellate calcolata tra il 2003 e il 2024.
Il calo è dovuto principalmente agli sforzi per ridurre l’inquinamento transfrontaliero causato dagli incendi agricoli, in particolare dalle pratiche di “slash-and-burn”, che prevedono il taglio e la bruciatura della vegetazione per preparare i terreni alla coltivazione. Nonostante il miglioramento complessivo, tra marzo e aprile si sono registrati incendi intensi in Thailandia, Laos e Vietnam, con gravi effetti sulla qualità dell’aria.
Inoltre, secondo gli esperti, il problema dell’inquinamento atmosferico da fumo resta ancora irrisolto. CAMS fornisce strumenti preziosi per osservare e prevedere il trasporto del fumo e degli inquinanti su lunghe distanze. A gennaio, ad esempio, le emissioni provenienti da incendi in Laos, Myanmar e India orientale hanno compromesso la qualità dell’aria anche nel nord dell’India, in alcune aree dell’Himalaya e in Nepal.
COREA DEL SUDA marzo 2025, la Corea del Sud ha vissuto la peggior stagione di incendi mai registrata. Una serie di roghi ha colpito le regioni meridionali del Paese, causando la morte di 32 persone, la distruzione di circa 5.000 edifici e la devastazione di oltre 104.000 ettari di territorio in una sola settimana.
Le emissioni di carbonio causate da questi incendi sono state senza precedenti, ossia quattro volte superiori alla media annuale del Paese, dal 2003 a oggi. Marzo è già di per sé un mese critico per gli incendi in Corea del Sud, ma nel 2025 la situazione è stata aggravata da condizioni estremamente calde, secche e ventose. Le fiamme, partite da due roghi iniziali, si sono propagate rapidamente, lasciando una scia di distruzione lunga oltre 70 chilometri.
EUROPA NORD-OCCIDENTALEIl clima insolitamente caldo e secco di marzo a aprile ha favorito lo sviluppo di numerosi incendi nel Regno Unito, Irlanda, Germania, Paesi Bassi e Belgio. In Germania, i dati del sistema europeo EFFIS mostrano livelli record di superficie bruciata per questo periodo dell’anno, mentre nel Regno Unito si è raggiunto un nuovo massimo storico: quasi 30.000 ettari di territorio in fiamme già al 6 maggio.
L’Inghilterra ha registrato la primavera più secca degli ultimi 70 anni, con incendi in contee come Dorset, Cumbria e Derbyshire. Anche l’Irlanda del Nord ha dovuto affrontare focolai attivi, tanto che il 9 maggio è stato emesso un avviso speciale. Secondo l’Osservatorio europeo della siccità, gran parte dell’Europa nord-occidentale si trova in stato di “sorveglianza” o “allerta siccità”, in particolare a causa delle condizioni anomale registrate negli ultimi mesi.
Le emissioni di carbonio legate a questi incendi, rilevate dal sistema CAMS GFAS, confermano la gravità della situazione. Nel dettaglio, i Paesi Bassi hanno registrato il valore più alto per il mese di aprile, mentre Regno Unito e Irlanda hanno raggiunto il secondo livello più elevato di emissioni da inizio anno, superati solo dal 2003.
RESTO DEL MONDOLa situazione nel resto del mondo riguardo le emissioni di carbonio è più positiva. Nonostante in Sud America ci siano stati gravi incendi che hanno interessato la Patagonia, il bilancio complessivo è stato positivo. Le emissioni di carbonio sono risultate più basse rispetto alla media, grazie alla scarsa attività nella valle dell’Orinoco e al calo degli incendi in Bolivia e Brasile rispetto allo stesso periodo del 2024. Il sistema CAMS GFAS ha monitorato queste emissioni, confermando un inizio d’anno relativamente tranquillo per il continente.
Crediti foto CAMS