Il Regno Unito ha deciso di investire ben £2,5 miliardi – circa 2,9 miliardi di euro – per costruire a West Burton, nell’East Midlands, il primo prototipo al mondo di centrale a fusione nucleare, noto come STEP (Spherical Tokamak for Energy Production).
La località scelta è carica di significato storico: un tempo ospitava la centrale a carbone West Burton A, attiva dalla metà degli anni ’60 e oggi dismessa. Questo impianto aveva fornito per decenni energia alla rete nazionale e faceva parte del cosiddetto “Megawatt Valley”, zona centrale nella produzione elettrica britannica. Ora l’intera area si prepara a ospitare un hub tecnologico votato all’energia pulita.
STEP rappresenta una delle sfide più ambiziose della ricerca energetica mondiale. Il cuore del progetto èun reattore a fusione di tipo tokamak con geometria sferica, che scalderà isotopi di idrogeno fino a temperature superiori ai 150 milioni di gradi Celsius. Il processo, simile a quello che avviene nel Sole, punta a generare energia attraverso la fusione atomica, senza emissioni di CO₂ e senza le problematiche delle scorie nucleari tradizionali. Il calore prodotto sarà convertito in vapore e, come nelle centrali convenzionali, muoverà turbine per la produzione elettrica.
L’ambizione è che entro il 2040 l’impianto dimostri la capacità di produrre energia elettrica netta, di creare in autonomia il trizio necessario e di testare materiali avanzati per impianti futuri. Il piano si sviluppa in tre fasi: progettazione iniziale, sviluppo tecnico e infine costruzione e attivazione del sito.
Dal punto di vista socioeconomico, il progetto avrà un impatto notevole: si stima che porterà oltre 10.000 posti di lavoro nell’arco di costruzione e gestione, oltre a generare nuove filiere locali nella ricerca, nell’ingegneria e nella formazione. È previsto anche un centro educativo e un parco tecnologico per incentivare lo sviluppo territoriale.
Numerosi rappresentanti istituzionali hanno accolto favorevolmente la notizia, sottolineando il valore simbolico e concreto della trasformazione: da uno dei più importanti poli del carbone in Europa a culla della futura produzione energetica pulita. Per la regione, si tratta di una rinascita, che conserva l’identità industriale proiettandola nel futuro.
Resta comunque una sfida aperta: i finanziamenti precedenti al progetto non si sono ancora tradotti in risultati visibili su larga scala, e molti osservano con attenzione i tempi e i risultati che il team dovrà rispettare. Tuttavia, con questo nuovo investimento, il Regno Unito si conferma tra i Paesi più determinati a scommettere sulla fusione come parte integrante della transizione energetica globale.