Inquinamento e maladepurazione: il duro bilancio di Legambiente su mari e laghi

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HDblog.it Aug 13, 2025 · 2 mins read
Inquinamento e maladepurazione: il duro bilancio di Legambiente su mari e laghi
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L’estate 2025 non porta buone notizie per lo stato di salute di mari e laghi italiani. Secondo il bilancio finale delle campagne Goletta Verde e Goletta dei Laghi, condotte da Legambiente, il 34% dei 388 campionamenti effettuati in 19 regioni è risultato oltre i limiti di legge. Un dato che, tradotto, significa un campione inquinato ogni tre analizzati.

Il monitoraggio ha coinvolto oltre 200 volontari e ha confermato le foci di fiumi, canali e corsi d’acqua come punti particolarmente problematici: il 54% dei prelievi in queste aree è stato classificato come inquinato o fortemente inquinato. Al contrario, le analisi in mare aperto o lontano da scarichi diretti hanno dato esiti migliori, con solo il 15% di valori oltre la norma.

Legambiente ha puntato il dito su una criticità spesso trascurata: il 56% delle foci monitorate, non controllate dalle autorità e quindi non balneabili, ha nelle vicinanze una spiaggia libera. Questo implica che oltre 220 km di costa sabbiosa — circa il 6,6% del totale della costa bassa italiana — restano privi di monitoraggio ufficiale, proprio dove la fruizione pubblica è più diffusa.

Alle pressioni dell’inquinamento si somma la crisi climatica. Analizzando dati satellitari Copernicus, l’associazione ha rilevato che la temperatura media delle acque superficiali del Mediterraneo, tra giugno e luglio, ha toccato i 25,4 °C, il valore più alto dell’ultimo decennio, superando i precedenti record del 2022 e 2024. Un aumento di mezzo grado può compromettere ecosistemi marini, incrementare fenomeni meteo estremi e accelerare la perdita di biodiversità.

Il quadro si aggrava con il problema della maladepurazione. In Italia, il 4,4% del carico inquinante di oltre 78 milioni di abitanti equivalenti non è collegato a sistemi di depurazione o viene trattato con sistemi individuali inadeguati. Inoltre, 855 agglomerati urbani — pari al 34% del carico complessivo — sono in procedura di infrazione europea. Le conseguenze economiche sono già pesanti: oltre 210 milioni di euro in sanzioni pagate, a cui si aggiungono multe semestrali di più di 13 milioni di euro fino alla messa a norma degli impianti.

Di fronte a questa situazione, Legambiente chiede un piano nazionale per la tutela di acque costiere e interne, con investimenti mirati al potenziamento della depurazione, più controlli da parte di Regioni e Arpa e un’attenzione specifica all’eolico offshore come fonte rinnovabile compatibile con la fauna marina. L’associazione sottolinea la necessità di accelerare gli iter autorizzativi e di dotare i porti di Taranto e Augusta delle infrastrutture necessarie per la logistica del settore.

Non mancano, comunque, episodi positivi. Nel corso della campagna sono stati avvistati delfini lungo la rotta verso Maratea e si è registrato il successo operativo dei “Tartadog”, unità cinofile addestrate per individuare nidi di tartaruga marina. Inoltre, i laboratori didattici e le attività di sensibilizzazione hanno coinvolto cittadini e turisti, mantenendo alta l’attenzione sulla protezione degli ecosistemi acquatici.