Adam Mosseri, il capo di Instagram, è tornato a smentire una delle più longeve e radicate teorie cospirative riguardanti Meta: l'azienda non ascolta di nascosto le conversazioni degli utenti attraverso il microfono dei loro smartphone per mostrare annunci pubblicitari mirati. Tuttavia, questa ennesima smentita arriva con un tempismo a dir poco ironico.
Proprio in questi giorni, infatti, Meta ha annunciato che presto inizierà a utilizzare un nuovo e ancora più potente flusso di dati per la profilazione pubblicitaria: le interazioni degli utenti con i suoi prodotti di intelligenza artificiale. In altre parole, se prima Meta non aveva bisogno di ascoltare le nostre conversazioni vocali per mostrare annunci spaventosamente pertinenti, ora ne avrà ancora meno bisogno, potendo attingere direttamente a ciò che scriviamo ai suoi chatbot.
INSTAGRAM NON CI ASCOLTA: CI CONOSCE MOLTO BENENel suo reel su Instagram, Mosseri ha riconosciuto come molti, inclusa sua moglie, fatichino a credere che l'accuratezza degli annunci non derivi dall'ascolto ambientale. Ha quindi ribadito le spiegazioni storiche dell'azienda: l'efficacia del sistema pubblicitario si basa sui dati condivisi dagli inserzionisti (ad esempio, i siti web che visitiamo) e su algoritmi che ci mostrano annunci basati su ciò che interessa a persone con profili simili ai nostri.
Ha anche menzionato un fattore psicologico: a volte notiamo un annuncio a livello inconscio e solo in un secondo momento ne parliamo, avendo l'impressione erronea di essere stati "ascoltati".
PARLI CON META AI? TARGHETIZZATO!La vera notizia, però, è la nuova policy sulla privacy che entrerà in vigore il 16 dicembre. Questa permetterà a Meta di utilizzare i dati delle conversazioni con i suoi chatbot AI come un nuovo segnale per la targhettizzazione. Questo flusso di dati è potenzialmente ancora più potente dei precedenti, poiché gli utenti tendono ad avere conversazioni molto più personali e dettagliate con un'intelligenza artificiale riguardo ai propri interessi, desideri e attività.
Quindi, se da un lato è tecnicamente corretto affermare che Meta non "ascolta" dal microfono, dall'altro l'azienda si appresta a "leggere" una fonte di informazioni ancora più intima per affinare ulteriormente il suo già potentissimo sistema pubblicitario. C'è poi così tanta differenza?