La prossima tappa del programma Artemis della NASA, che riporterà l’essere umano attorno alla Luna a oltre cinquant’anni dall’ultima missione Apollo, ha ora un dettaglio simbolico in più: la capsula Orion che ospiterà l’equipaggio di Artemis 2 si chiamerà Integrity. L’annuncio è arrivato durante un evento al Johnson Space Center di Houston il 24 settembre 2025, con i quattro astronauti protagonisti della missione seduti fianco a fianco per raccontare la scelta del nome.
I membri dell’equipaggio – Reid Wiseman, Victor Glover, Christina Koch e Jeremy Hansen – hanno spiegato che la decisione non è stata immediata. “Ci siamo praticamente chiusi in una stanza finché non siamo arrivati a una soluzione condivisa”, hanno detto sorridendo. Il termine Integrity è stato ritenuto quello più adatto a rappresentare i valori di un viaggio così complesso e delicato: fiducia reciproca, rispetto, sincerità e umiltà.
Ricordiamo che il programma Artemis punta a inaugurare un nuovo capitolo nell’esplorazione lunare, con l’obiettivo di creare una presenza stabile dell’umanità oltre l’orbita terrestre. Artemis 2 sarà il primo volo con equipaggio del programma: una missione che non prevede ancora l’allunaggio, ma che testerà tutte le procedure necessarie sorvolando il nostro satellite in un percorso di circa dieci giorni.
Il lancio è previsto, secondo la tabella attuale, non prima del 5 febbraio 2026. Integrity verrà portata nello spazio grazie al potente razzo Space Launch System (SLS), già utilizzato nella missione Artemis 1 senza equipaggio, che nel 2022 aveva dimostrato la capacità di portare Orion in orbita lunare e riportarla sulla Terra in sicurezza.
Il nome Integrity si aggiunge alla tradizione della NASA di battezzare i veicoli spaziali con appellativi che ne esprimano la filosofia e il carattere. Apollo aveva avuto capsule chiamate Columbia, Endeavour o Odyssey, mentre lo Shuttle aveva portato in orbita nomi come Discovery e Atlantis. Questa scelta rappresenta quindi un legame simbolico con la storia passata, ma anche un segnale rivolto al futuro.
Per l’agenzia americana, la denominazione non è un dettaglio secondario, come dichiarato durante la scorsa giornata.
“Il nome Integrity incarna la base di fiducia e collaborazione necessaria per la riuscita di una missione che coinvolge non solo gli astronauti, ma anche ingegneri, tecnici, scienziati e migliaia di persone che hanno contribuito alla sua realizzazione”
Quando la capsula Integrity lascerà la Terra, sarà la prima volta dal 1972 che degli esseri umani si spingeranno di nuovo fino alla Luna.
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