Non sono tempi rosei per Intel, la multinazionale che ha fatto la storia nel settore della produzione dei microprocessori. La concorrenza è forte, particolarmente nel mercato dei PC e in quello dei data center, e sono state tante – troppe – le opportunità sprecate negli ultimi mesi (si pensi alla richiesta tuttora crescente di chip AI, che Intel sembra non aver colto o non aver colto abbastanza).
I risultati sono facili da intuire: nel primo trimestre 2025, la perdita è stata di 821 milioni di dollari, ed è inevitabile che ora si pensi a delle soluzioni anche drastiche. "Si tratta di azioni difficili, ma essenziali per affrontare le nostre sfide di sostenibilità economica e l'attuale situazione finanziaria dell'azienda", ha detto il vicepresidente di Intel Manufacturing Naga Chandrasekaran.
Il riferimento è agli annunciati licenziamenti, "fonte di sofferenza per tutti" ma indispensabili per mantenere Intel sostenibile. Ora dunque si punta a ridurre i posti di lavoro del 15-20%, che tradotto in numeri significa 10.000 dipendenti mandati a casa. È uno dei tagli di personale maggiori della storia della società.
Nella nota, Intel sottolinea il suo impegno a "trattare le persone con cura e rispetto mentre portiamo a termine questo importante lavoro". E ribadisce che questa mossa era davvero necessaria:
Eliminare la complessità organizzativa e potenziare i nostri ingegneri ci consentirà di soddisfare al meglio le esigenze dei nostri clienti e di rafforzare la nostra capacità di esecuzione. Stiamo prendendo queste decisioni sulla base di un'attenta valutazione di ciò che è necessario per posizionare la nostra attività per il futuro.