Intel non è più nella top 10 mondiale dei chipmaker: l’ha detto nelle scorse ore l’amministratore delegato di Intel stessa, Lip-Bu Tan, salito al comando qualche mese fa dopo l’estromissione di Pat Gelsinger. Quella che una volta era nota come “Chipzilla”, proprio per il suo strapotere nel settore, è rimasta inequivocabilmente indietro, e tornare a competere ai vertici sarà molto difficile, dice il nuovo CEO nell’ultima assemblea con i dipendenti, stando a quanto riporta la versione online di The Oregonian, OregonLive.
Il team PR della società ha provato a stemperare un po’ le dichiarazioni di Tan dicendo che il commento sulla top 10 era in riferimento alla capitalizzazione di mercato, non alla capacità tecnologica. Ma la fonte sostiene che in 20 minuti di intervento il CEO non ha mai parlato di valore di mercato, e che il discorso era chiaramente molto incentrato sulla tecnologia. Tan ha detto, tra le altre cose, che è ormai troppo tardi per provare a recuperare NVIDIA nel settore dell’intelligenza artificiale, e che servirà uno sforzo nel lungo termine (una “maratona”) per riportare la società in carreggiata.
Tutto questo arriva proprio nella stessa settimana in cui prendono il via i massicci licenziamenti già decisi diversi mesi fa. Il principio è che un’azienda più snella riesce a muoversi più rapidamente. Se l’organizzazione si stratifica troppo, ci vuole troppo tempo per prendere una decisione - e può capitare che non se ne prenda proprio nessuna. Lip-Bu Tan dice anche che lo staff deve imparare ad ascoltare i propri clienti, che stanno dando alla società “voti negativi”, e soddisfare le loro esigenze.
Lo scenario è oggettivamente piuttosto complesso. NVIDIA è ormai irraggiungibile nel settore dell’AI che fa effettivamente la differenza, ovvero quello dell’addestramento dei modelli. Intel dice di vedere delle opportunità nella cosiddetta “Edge AI” - ovvero in concreto quei coprocessori noti come TPU o NPU che permettono ai dispositivi client come smartphone e computer di gli algoritmi Ai in locale, senza fare affidamento su server esterni. Anche dal punto di vista delle fonderie la situazione non è particolarmente rosea: a quanto pare la società ha già gettato la spugna sul nodo 18A, e ha smesso di cercare di attirare clienti esterni, e ha deciso di concentrarsi su quello successivo, noto come 14A.