Timori di varia specie frenano ancora un'adozione diffusa dell'AI; non ultimi quelli legati alla privacy, condivisi da ben 9 italiani su 10 (90%). Ma non è tutto, perché quasi la metà (45%) si dichiara addirittura "molto" preoccupato.
Sono dati che emergono da una recente ricerca di Samsung, che indaga proprio le preoccupazioni degli europei in tema sicurezza. I dati italiani sono stati poi isolati e ulteriormente commentati, facendo emergere il quadro che segue:
- il 66% teme di subire furti in denaro legati all'accesso illecito a dati sensibili;
- il 54% è in apprensione relativamente all'uso dei metadati, informazioni tecniche e apparentemente innocue come l'orario di scatto di una fotografia, che – combinati tra loro – possono permettere di costruire un profilo molto preciso dell'utente-vittima.
Ancora, quasi due terzi (67%) ritengono di non avere il pieno controllo sui propri dati, quando utilizzano un qualsiasi device, ed esattamente un terzo (33%) accetta le impostazioni predefinite delle app senza comprenderle appieno. A fare da contraltare a questo atteggiamento di eccessiva (frettolosa) fiducia c'è quello di 1 italiano su 10 (13%), che invece crede che i brand non proteggano affatto i suoi dati. Timori come questo impediscono ai consumatori di sfruttare appieno il potenziale delle tecnologie più recenti: il 15%, su questa scia, non ha accettato lo scambio dei dati tra dispositivi smart nel corso dell'ultimo anno. Eppure, il 65% sarebbe propenso ad abbracciare completamente l'AI e le soluzioni smart per la casa, se solo si sentisse sicuro circa la… sicurezza.