Intervento USA per salvare Intel: l'affare che fa discutere

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HDblog.it Aug 29, 2025 · 3 mins read
Intervento USA per salvare Intel: l'affare che fa discutere
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Negli ultimi anni, chiunque segua il mondo della tecnologia ha visto Intel attraversare un periodo piuttosto turbolento. L'azienda, un tempo indiscussa regina del settore, ha dovuto fare i conti con una concorrenza sempre più agguerrita, perdendo terreno su più fronti.

AMD le ha soffiato la leadership in termini di prestazioni in diversi settori, mentre giganti della produzione come TSMC e Samsung hanno messo a dura prova il suo business di fabbricazione di chip. In questo scenario, Intel aveva addirittura iniziato a considerare l'idea, fino a poco tempo fa impensabile, di vendere la sua divisione di produzione. Un segnale chiaro di difficoltà, che ha attirato subito l'attenzione di altri attori del mercato, come la società d'investimento giapponese Softbank, che aveva già iniziato a sondare il terreno per un possibile acquisto.

E proprio mentre si aprivano scenari di vendita, è arrivata la mossa a sorpresa: il governo degli Stati Uniti è intervenuto per evitare che questo patrimonio strategico finisse in altre mani. Il capo delle finanze di Intel, David Zinsner, ha confermato che l'azienda ha ricevuto 5,7 miliardi di euro dal governo statunitense.

Questa somma non è un semplice investimento, ma una parte di un accordo più ampio che vede l'amministrazione federale prendere una quota del 10% di Intel. Questo passaggio di denaro è la conversione di una parte degli 8,9 miliardi di euro di fondi federali già promessi a Intel attraverso il cosiddetto “CHIPS act”, una legge pensata per sostenere l'industria americana dei semiconduttori. L'accordo ha una clausola molto chiara: se Intel dovesse vendere più del 49% del suo business di fonderia, il governo avrebbe il diritto di acquistare un ulteriore 5% delle azioni a un prezzo predeterminato, scoraggiando così l'operazione. Una sorta di "patto di stabilità" che vincola Intel a mantenere la produzione in casa.

Le fonderie di chip non sono solo fabbriche, ma un elemento cruciale per la sicurezza nazionale, il progresso dell'AI e lo sviluppo di tecnologie militari. Avere il controllo su questo settore è diventato una priorità assoluta per molti paesi, e questo spiega anche l'interesse di un altro peso massimo come Softbank, che ha investito 2 miliardi di euro in Intel dopo aver probabilmente intuito che l'azienda non sarebbe stata lasciata sola dal governo.

L'affare ha suscitato qualche polemica, con alcuni politici che lo hanno definito un passo verso il "socialismo" di Stato, ma l'amministrazione ha agito con la consapevolezza che in gioco c'è il futuro tecnologico della nazione. Del resto, Intel aveva già attuato diverse strategie per rimettersi in piedi, tra cui il taglio di centinaia di posti di lavoro, la vendita della sua divisione di guida autonoma MobileEye per un miliardo di euro, e la cessione di una quota di maggioranza in Altera.

Davide

male male. Avevo l'azione e l'ho venduta in seguito alla notizia. Non succede mai nulla di buono quando accadono queste cose.
Buono che Intel stia riorganizzando l'azienda ma è arrivato il momento di capire cosa vogliono fare da grandi: tenere le fab e magari ridimensionare oppure sbarazzarsene.
Lip Bu Tan sta facendo ora le mosse che Gelsinger non ha avuto il coraggio di fare ma se il prodotto non è buono c'è poco da fare. In Intel lavorano ancora troppe persone e mi aspetto ulteriori tagli in futuro.

Ormai sono anni che cercano il comeback senza successo. Dovevano avere in mano l'asso con i 18A ed è finito tutto nel nulla.
Peccato perchè i prodotti sono buoni e Intel ha fatto magie con in chip mobile negli ultimi anni, però 'ste maledette fab uccidono tutto ciò che viene fatto di buono perchè non danno un ritorno.

Scelte difficili e irreversibili all'orizzonte.