iPhone 17 Pro provato sul campo: Apple ha raggiunto la maturità. Recensione | Video

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HDblog.it Sep 23, 2025 · 20 mins read
iPhone 17 Pro provato sul campo: Apple ha raggiunto la maturità. Recensione | Video
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Da ormai alcuni giorni a questa parte il mio iPhone 16 Pro acquistato lo scorso anno al lancio è stato sostituito dal nuovo 17 Pro, anche lui fresco fresco di annuncio e destinato a vivacizzare parecchio la mia dotazione grazie al suo, tanto sgargiante quanto divisivo, arancione. Non è certamente l’iPhone più rivoluzionario e nemmeno quello che introduce novità di rottura rispetto al passato o addirittura reinventa il modo di interagire con una categoria di prodotto. Eppure è senza dubbio l’iPhone più maturo e completo che sia mai stato realizzato, la sintesi di tanti anni di ottimizzazione, scelte tecniche e, a volte anche compromessi, accettati a patto che andassero a migliorare l’esperienza utente. Bene, oggi vi racconto la mia esperienza con questo iPhone 17 Pro, con la promessa di tornarci di nuovo, tra un paio di mesi, per alcune aggiunte riguardo aspetti che hanno bisogno di un pochino più di tempo per essere assodati e assimilati.

INDICEDESIGN E MATERIALI

Con iPhone 17 Pro, Apple affronta il cambio di rotta nel design più vistoso delle ultime generazioni, pur restando comunque assolutamente coerente con il proprio linguaggio estetico. Non si tratta solo di linee più dolci o di una nuova palette colori: è un vero e proprio ripensamento del corpo dello smartphone, che coinvolge materiali, ergonomia e componentistica interna, con ricadute concrete sull’uso quotidiano. La scelta di abbandonare il titanio in favore di una scocca interamente in alluminio potrebbe sembrare un passo indietro. In realtà, se si analizza a fondo il contesto tecnico, è in gran parte l’opposto.

71.9 x 150 x 8.75 mm
6.3 pollici - 2622x1206 px 71.5 x 149.6 x 8.25 mm
6.3 pollici - 2622x1206 px

Il titanio, introdotto due anni fa, dava sì un’immagine più “premium” ma, di fatto, rivestiva solo superficialmente una struttura interna comunque in alluminio. Quest’anno, Apple ha invece optato per un monoblocco unibody in alluminio forgiato a caldo, che non solo migliora la dissipazione termica, ma consente anche di sottoporre le scocche ad un processo di anodizzazione, da cui derivano i nuovi colori più vivaci e saturi.

Dal punto di vista della resistenza, nonostante il titanio sia sulla carta più duro, i test reali condotti a Cupertino dimostrano che l’alluminio utilizzato da Apple è tutt’altro che fragile. Il comportamento in caso di caduta è molto simile a quello del modello precedente: i graffi restano, certo, ma l’integrità strutturale non ne risente.

Il design posteriore è stato completamente rivisto, soprattutto nella zona fotocamere. Il nuovo “plateau”, così definito da più parti, Apple inclusa, è ora un elemento esteso e centrale nel disegno della parte posteriore, al punto da coprire quasi tutta la larghezza del telefono. La motivazione è quasi esclusivamente legata all’hardware: il nuovo teleobiettivo con tecnologia a tetraprisma richiede più spazio in lunghezza e altezza, per questo motivo Apple ha preferito uniformare tutto il blocco per garantire maggiore simmetria visiva.

7.3 Hardware 5 Qualità Prezzo

Apple iPhone 17 Pro

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Il risultato estetico divide: c’è chi lo trova più armonioso, chi più ingombrante. Ma dal punto di vista pratico, il nuovo layout rende il telefono più stabile quando appoggiato su una superficie piana riducendo le oscillazioni tipiche del modello 16 Pro e precedenti.

Un’altra conseguenza di questa nuova disposizione è l’introduzione di una finestra in vetro Ceramic Shield nella parte posteriore per ospitare la bobina MagSafe. Questo elemento tenta di integrarsi cromaticamente con la scocca in alluminio, ma non sempre riesce a mantenere uniformità visiva: a certe inclinazioni, con luce incidente prima di tutto, vetro e metallo reagiscono diversamente, generando contrasti che possono risultare meno eleganti, specie nelle varianti Arancione e Argento. Si tratta chiaramente di un giudizio soggettivo, io non lo trovo cosi di disturbo, ma la differenza c’è e capisco perfettamente se voi siete dell’altra partita.

Avendo ora un retro completamente in metallo, Apple ha poi dovuto ripensare al posizionamento del modulo NFC, tradizionalmente nascosto dietro al vetro. La soluzione è stata quella di spostare parte del sistema nella zona che circonda il blocco fotocamere, senza impattare sulla ricezione, che rimane ottima in ogni condizione.

Con un design così rinnovato non possiamo chiaramente non parlare di ergonomia. iPhone 17 Pro sta meglio in mano rispetto al 16 Pro. I bordi non sono più completamente piatti, ma lievemente arrotondati, con una curvatura che migliora il comfort nella presa, soprattutto durante l’uso prolungato. Rimane comunque pesante considerando i 206 grammi, ma nel complesso è più maneggevole del suo predecessore, e non era per nulla scontato.

DISPLAY E AUDIO

Apple ha sempre trattato il display dei propri iPhone “Pro” come un elemento centrale dell’identità del prodotto. Con il 17 Pro, l’azienda non cambia le fondamenta ma interviene in modo chirurgico su aspetti specifici, con l’obiettivo di migliorare la fruibilità in ogni condizione d’uso: dalla leggibilità sotto il sole all’uso prolungato in ambienti bui.

Il pannello resta un Super Retina XDR OLED da 6.3 pollici, con una risoluzione di 2622 x 1206 pixel, tecnologia Pro Motion e una densità di 460 ppi. Siamo quindi davanti a un display identico, almeno sulla carta, a quello dell’iPhone 16 Pro. Ma nella realtà dei fatti, l’esperienza visiva è leggermente migliorata.

La prima novità è l’aumento della luminosità di picco, che ora tocca i 3.000 nit in condizioni di luce diretta. Un buon salto rispetto al 16 Pro e, soprattutto, una caratteristica che rende il 17 Pro perfettamente leggibile anche sotto le luci più forti e dirette. Ma più che il valore in sé, è aumentato il tempo nel quale si riesce a mantenere questa luminosità nelle situazioni più critiche, come durante l’uso prolungato in esterna. Grazie a un migliore controllo termico (favorito dalla nuova dissipazione a camera di vapore), lo schermo entra ora in protezione meno rapidamente.

Ma non finisce qui, l’altra grande novità è il nuovo rivestimento antiriflesso applicato al vetro frontale (Ceramic Shield 2). A differenza delle versioni precedenti, il 17 Pro gestisce meglio la diffusione della luce ambientale. Il risultato è uno schermo che appare più opaco e leggibile in un numero maggiore di condizioni reali, anche a basse luminosità. Non siamo ai livelli di un S25 Ultra, a mio parere imbattibile sotto questo aspetto, ma il miglioramento è evidente.

E per chiudere, una novità silenziosa ma importantissima riguarda la gestione del flickering, ovvero della modulazione della luminosità (PWM, Pulse Width Modulation). Nel menu Accessibilità è comparsa l’opzione “Impulsi schermo fluidi”, che modifica il comportamento del PWM, permettendo al pannello di emettere una luce meno “pulsata” alle basse luminosità

Spendo poi due parole anche a proposito di audio che è ottimo sia quando si tratta di ascolto multimediale che per quello che riguarda le chiamate. Ma è normale che sia così, lo era già lo scorso anno e a tutti gli effetti non è cambiato praticamente nulla nella configurazione degli speaker e dei microfoni. Quindi bene così.

PRESTAZIONI: APPLE A19 PRO

Ma quando parla di iPhone “Pro”, uno degli elementi più importanti è quello delle prestazioni e qui dentro troviamo il nuovo SoC Apple A19 Pro, che non è semplicemente un processore più veloce. È il simbolo di una strategia precisa: fare dell’iPhone una piattaforma hardware capace di sostenere la trasformazione dell’esperienza utente che l’intelligenza artificiale porterà nei prossimi anni. E lo fa con numeri importanti nei benchmark, ma soprattutto con scelte architetturali che svelano la vera ambizione di Apple.

L’A19 Pro è prodotto con il nodo TSMC N3P, l’evoluzione del N3E usato nel chip A18 Pro. Si tratta di un processo ottimizzato per migliorare densità e consumi. Rispetto al nodo precedente, Apple ottiene una maggiore densità di transistor, una cache più ampia, e un margine operativo più flessibile: può scegliere se puntare verso prestazioni elevate o minori consumi, a seconda del modello (Air o Pro e Pro Max).

Questa maggiore efficienza si palesa nella gestione termica: nonostante le prestazioni più elevate, il telefono scalda sembra scaldare meno nella percezione dell’utente. Questo proprio perché il calore viene distribuito su una superficie più ampia grazie alla nuova scocca unibody in alluminio e alla camera di vapore sigillata al suo interno. In sostanza, se prima avevamo una zona ben delimitata della cover quasi intoccabile, con la cornice adiacente altrettanto calda, ora il calore resta presente ma è più diffuso. Tutta la scocca si scalda ma in maniera minore. Sono due modi diversi di affrontare un problema, per il comfort dell’utente io penso che il nuovo approccio sia il migliore.

L’architettura della CPU resta quella 2+4: due performance core e quattro efficiency core, ma è stata affinata in modo mirato. I nuovi P-core sono dotati di un front-end più ampio e un sistema di branch prediction migliorato, due aspetti tecnici che, tradotti in termini pratici, significano più istruzioni elaborate per ciclo di clock e meno “vuoti” di calcolo. Tutto è più fluido, più reattivo, più stabile. La cache di ultimo livello (LLC) passa da 24 MB a 32 MB, permettendo di contenere direttamente sul chip porzioni più grandi di app, giochi e modelli neurali, con un impatto diretto sulla velocità percepita, ma anche sull’efficienza energetica.

Se dobbiamo parlare di upgrade, però, la GPU dell’A19 Pro è sicuramente l’evoluzione più profonda dell’intero SoC. Pur mantenendo una configurazione a sei core, il cambiamento è interno: Apple introduce dei core neurali integrati direttamente nei core GPU, con un approccio simile a quello dei Tensor Core di NVIDIA. Si tratta di unità di calcolo ottimizzate per elaborazioni IA ad alta intensità, come generazione di immagini, effetti video avanzati, upscaling in tempo reale (stile DLSS), e molto altro. Il risultato sono operazioni in virgola mobile FP16 raddoppiate rispetto al passato: una scelta cruciale soprattutto per l’IA generativa, ma anche per il gaming di livello console. Il salto nelle performance grafiche è netto e A19 Pro è oggi il chip mobile più potente al mondo sul fronte GPU raster e ray tracing combinati.

Ma il vero motore silenzioso di questo 17 Pro è l’infrastruttura AI. A19 Pro unisce tre elementi cruciali: un Neural Engine a 16 core migliorato per i task always-on (Face ID, dettatura, riconoscimento immagini), i nuovi core neurali studiati per carichi di lavoro paralleli ad alta intensità (come i LLM locali), una Cache più grande e memoria unificata da 12 GB, che permettono di eseguire modelli di generazione immagini o testo in locale.

Apple non ha ancora rilasciato la nuova Siri basata su LLM, ma l’hardware è pronto. La sensazione è che l’iPhone 17 Pro sia stato progettato per l’AI che verrà, non per quella attuale, con un’architettura duale che permette di ottimizzare consumi o potenza in base al tipo di task. L’esperienza d’uso concreta dell’iPhone 17 Pro è semplicemente molto soddisfacente. L’apertura delle app è istantanea, lo switch tra app pesanti è fluido, il rendering RAW in Lightroom mobile avviene in pochi secondi, e il multitasking in background è ora possibile senza rilanci continui delle app, grazie alla RAM da 12 GB che rappresenta un vero salto rispetto ai modelli precedenti. Insomma, un’esperienza d’uso molto molto appagante in ogni situazione.

E la nuova configurazione delle antenne? Funziona bene. La ricezione è leggermente migliorata rispetto a 16 Pro e posso dirlo con certezza dal momento che per un anno proprio 16 Pro mi ha accompagnato ovunque. Il nuovo 17 Pro è leggermente più rapido ad agganciare il segnale e, in un paio di situazioni in cui solitamente 16 Pro faticava, ho notato meno difficoltà a mantenere il segnale.

FOTOCAMERE

Chi sceglie un iPhone Pro all’interno della lineup della mela, nella maggior parte dei casi, lo fa per avere il massimo in ambito fotografico. E iPhone 17 Pro, pur essendo il “piccolo” della famiglia, eredita l’intero comparto del Pro Max: tre sensori da 48MP, maggiore flessibilità operativa e, soprattutto, un teleobiettivo con architettura a tetraprisma completamente nuovo, che porta la lunghezza focale effettiva a 100 mm. È qui che si gioca la vera partita.

La configurazione hardware è identica al fratello maggiore e comprende: un sensore principale da 48 MP (f/1.78, stabilizzazione sensor-shift), una ultra-wide da 48 MP (f/2.2, 13 mm, macro e stabilizzazione software) e un teleobiettivo sempre con sensore da 48 MP, con lunghezza focale equivalente di 100 mm, basato su tecnologia tetraprisma.

Tutti i sensori usano pixel binning per generare immagini da 24 MP, che rappresentano oggi il nuovo standard Apple per lo scatto quotidiano. Tuttavia, è sempre possibile scattare anche a piena risoluzione, in HEIF, JPEG, RAW o ProRAW. Il passaggio a tre sensori da 48MP consente ad Apple di sfruttare lo stesso hardware per implementare, via software, diverse “focali virtuali”: 13, 24, 28, 35, 48 e 100 mm. In pratica, è come avere sei obiettivi in uno, con il supporto pieno della pipeline computazionale che rende ogni immagine coerente per resa cromatica, esposizione e bilanciamento del bianco.

La vera novità del 17 Pro è il teleobiettivo da 100 mm equivalenti, che completa il percorso di Apple nel campo delle focali lunghe. L’obiettivo sfrutta un sensore di 1/2.28”, più grande rispetto a quello usato sul 16 Pro (che si fermava a 1/3.5”). Questo sensore rimane più piccolo di quello di molti cameraphone cinesi, ma resta comunque capace di offrire una profondità di campo naturale e un bokeh autentico, senza intervento software.

La resa a 4x (100 mm) è molto buona: nitida, contrastata, con un livello di dettaglio ottimo anche in condizioni di luce non ideali. Il lavoro fatto sull’elaborazione dell’immagine è evidente: lo scatto è immediato, preciso, e il risultato è utilizzabile anche per stampa di medie dimensioni.

A 8x, invece, si entra nel dominio del crop del sensore. Non è più uno ingrandimento ottico, ma un ingrandimento di qualità ottica, ottenuto riducendo la superficie utile del sensore fino a 12 MP effettivi. Nonostante ciò, l’immagine finale viene salvata a 24 MP grazie all’interpolazione AI. Il risultato è buono, ma non paragonabile al 4x: il rumore aumenta, e in alcune condizioni si percepisce una lieve perdita di tridimensionalità. Tuttavia, resta uno dei migliori ingrandimenti “ibridi” visti su uno smartphone.

Il sensore principale da 48 MP è ormai una certezza. L’elaborazione HDR, la gestione delle luci complesse e la resa cromatica sono tra le migliori nel mondo mobile. Lo scatto a 24 MP unisce dettaglio e naturalezza, senza eccessive forzature da parte della pipeline computazionale. Il rumore è ben controllato, anche in notturna, e lo shutter lag è praticamente nullo: si scatta esattamente ciò che si vede, nel momento in cui si tocca il pulsante.

La lente ultra-wide è la stessa del modello precedente: ampia, precisa, utile per macro e per scenari in spazi ristretti. Non è stata aggiornata, ma la sua resa resta di alto livello, con distorsioni minime e buona nitidezza ai bordi. L’autofocus preciso consente anche scatti macro di livello discreto, benché l'effetto “wow” resti appannaggio del nuovo tele.

E poi c’è la nuova fotocamera anteriore Center Stage, forse la più sottovalutata tra le novità. Parliamo di un sensore da 18 MP, quadrato (1:1), che consente un crop dinamico per realizzare scatti in modalità ritratto o landscape, senza dover ruotare il telefono. La UI permette di selezionare rapidamente l’orientamento e il livello di zoom, e la funzione auto-zoom usa il machine learning per centrare il volto dell’utente in modo intelligente.

Da anni Apple promuove i suoi iPhone “Pro” come strumenti adatti non solo all’utente avanzato, ma anche al videomaker professionista. Con l’iPhone 17 Pro questa promessa diventa più concreta che mai, grazie a una combinazione di potenza di calcolo, sensoristica avanzata e, soprattutto, formati di registrazione e workflow compatibili con l’industria cinematografica. Sul piano delle caratteristiche base, iPhone 17 Pro supporta la registrazione video in Log fino a 4K a 120 fps (solo su supporti esterni), con stabilizzazione sensor-shift. Le immagini catturate sono fluide, dettagliate, e soprattutto estremamente stabili, anche durante il movimento o l’uso a mano libera.

Ma non solo, possiamo anche registrare in ProRes RAW con Apple Log2: un formato che conserva i dati grezzi del sensore, offrendo massima flessibilità in fase di color grading, esposizione e post-produzione. È lo stesso tipo di file usato in ambienti professionali su camere da cinema.

E per la prima volta su uno smartphone, Apple introduce supporto nativo a Genlock, una tecnologia che permette di sincronizzare più flussi video provenienti da dispositivi diversi (altri iPhone, videocamere esterne) per garantire che ogni fotogramma sia perfettamente allineato. Inoltre, Apple ha rilasciato una API Genlock, permettendo anche a produttori terzi (come Blackmagic Design) di integrare iPhone nei propri ecosistemi professionali. L’obiettivo è chiaro: rendere l’iPhone parte di un set cinematografico, non solo uno strumento consumer evoluto.

AUTONOMIA

Parlare di batteria su un iPhone “Pro” di dimensioni compatte è sempre stato un tema delicato. Tradizionalmente, chi voleva più autonomia doveva rivolgersi alla variante “Max”. Con iPhone 17 Pro la situazione cambia un pochino: grazie a un mix tra ottimizzazione interna, nuovo chip A19 Pro, dissipazione più efficace e una batteria del 18% più capiente, questo modello riesce a garantire un’autonomia concreta per l’intera giornata lavorativa, anche in caso di uso stress.

Apple dichiara fino a 30 ore di autonomia in riproduzione video ma sappiamo che sono sempre numeri che lasciano un po’ il tempo che trovano. Nella realtà posso dirvi che in una giornata di uso intenso, con 5 ore di schermo, molte foto scattate e un’oretta di Carplay wireless, sono arrivato all’ora di andare a dormire con ancora il 30% circa di autonomia.

Guardando alla ricarica, invece, la potenza massima supportata è di 40W ed è raggiungibile con qualsiasi caricatore compatibile Power Delivery 3.2, anche se a 40W non ci si arriva praticamente mai, nemmeno con il caricatore ufficiale Apple, solitamente si sta tra i 30 e i 35. Sfruttando questo standard e la massima velocità di carica il telefono passa da 0% a 50% in 20 minuti, e raggiunge la ricarica completa in circa 50 minuti.

SOFTWARE

iPhone 17 Pro esce di fabbrica con iOS 26, una release che rappresenta un’evoluzione più estetica che funzionale rispetto alla generazione precedente. Apple ha puntato moltissimo su una nuova estetica, battezzata “Liquid Glass”, che trasforma il look dell’interfaccia con superfici traslucide, riflessi dinamici e un effetto vetro liquido che dona profondità e modernità all’intero sistema operativo.

Sul fronte funzionale, le novità più significative riguardano la personalizzazione della lock screen, l’arricchimento dei widget e una maggiore libertà nel disporre le icone della home. Ma non si tratta di cambiamenti radicali: chi arriva da iOS 17 o 18 troverà un ambiente familiare, più rifinito ma non sconvolto. È un aggiornamento pensato per mantenere la coerenza visiva e migliorare piccoli dettagli, senza introdurre una curva di apprendimento.

Dove invece ci si aspettava qualcosa di più è nella parte dedicata all’intelligenza artificiale. Apple Intelligence, la piattaforma AI annunciata con grande enfasi nel corso dell’ultima WWDC, è al momento solo parzialmente disponibile e, per ora, non pienamente attiva in tutti i mercati. In particolare, Siri non ha ancora assunto il ruolo di assistente conversazionale evoluto, capace di interagire con i contenuti del telefono, anticipare le necessità dell’utente o svolgere compiti complessi in modo fluido. La promessa di una Siri trasformata in agente cognitivo non si è ancora concretizzata e, almeno per l’Italia, non ci sono certezze sulle tempistiche di rilascio.

Molto interessante è la funzione Live Translation, che consente una traduzione simultanea in tempo reale anche in modalità completamente offline. È uno degli esempi migliori di come Apple voglia portare intelligenza artificiale utile e discreta all’interno dell’esperienza utente, senza sovraccaricare l’interfaccia né dipendere da connessioni esterne. Purtroppo resta ancora una funziona non disponibile in Italia.

Quello che manca quest’anno, e lo si era capito già dall’evento, è una vera funzionalità software esclusiva per i modelli Pro. In sintesi, iOS 26 è maturo, elegante e ben integrato con l’hardware dell’iPhone 17 Pro. Ma chi sperava in una rivoluzione basata sull’AI dovrà aspettare ancora. La tavola è apparecchiata, l’hardware è pronto, ma l’intelligenza vera, quella che trasforma l’interazione con lo smartphone, non si è ancora seduta al tavolo.

CONCLUSIONI

Tirando le somme iPhone 17 Pro non è uno smartphone rivoluzionario, e nemmeno prova a esserlo. È piuttosto la massima espressione di una generazione, quella iniziata con l’iPhone 14 Pro e affinata negli anni fino a trovare, oggi, un equilibrio quasi perfetto tra potenza, compattezza, autonomia, qualità fotografica e finiture.

Per chi cerca uno smartphone potente ma maneggevole, con capacità fotografiche e video di livello professionale, un display di altissima qualità e prestazioni di punta, iPhone 17 Pro rappresenta una scelta solidissima. È un dispositivo pensato per chi non vuole compromessi, ma nemmeno un padellone in tasca. Offre lo stesso hardware del Pro Max in una scocca più compatta, ben bilanciata e più adatta alla quotidianità.

71.5 x 147.5 x 7.85 mm
6.1 pollici - 2556x1179 px 70.6 x 146.6 x 8.25 mm
6.1 pollici - 2556x1179 px 71.5 x 149.6 x 8.25 mm
6.3 pollici - 2622x1206 px 71.9 x 150 x 8.75 mm
6.3 pollici - 2622x1206 px

E il prezzo? Beh, come sempre parliamo di dispositivi premium e quindi le cifre da sborsare sono importanti. La buona notizia è però che non sono cambiate rispetto allo scorso anno. Si parte quindi sempre da 1339 euro per la versione da 256 GB per arrivare agli oltre 1800 per quella da 1TB. Sono cifre elevate? Sicuramente. Ma sono troppo alte in relazione all’offerta? Considerati i prezzi e la concorrenza secondo me no; anche perché, come sempre, nel pacchetto bisogna considerare un’assistenza senza pari e una politica di aggiornamento che, volendo, vi permette di avere un telefono aggiornato (davvero) per anni.

PRO E CONTRO Prestazioni al top Più comodo e piacevole da impugnare Schermo più luminoso Autonomia migliorata Strumenti video di livello Pro Avrei voluto qualcosa in più lato software e AI La ricarica è più rapida ma non ancora ai livelli della concorrenza

VOTO: 9.2

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