Il canale YouTube ChargerLab ha testato la capacità di ricarica del modello base della nuova famiglia di iPhone con ben 14 caricatori originali Apple e addirittura 29 di terze parti, per cercare di capire quali siano effettivamente le capacità e i limiti del nuovo Melafonino. Come sappiamo, Apple tende a essere molto vaga su numeri e riferimenti, almeno rispetto a quanto fa la stragrande maggioranza dei produttori Android: è una tattica a cui la società fa ricorso molto spesso quando ritiene che essere troppo specifica la porrebbe in svantaggio rispetto alla concorrenza.
I dati dimostrano che iPhone 17 raggiunge dei picchi di potenza assorbita intorno ai 28 W; in effetti il massimo raggiunto in assoluto è stato con il caricatore wireless MagSafe, con 29,11 W, anche se Apple dice che in caso di ricarica wireless si possono raggiungere al massimo i 25 W con un caricatore da 30 W o superiori.
In ogni caso, la classifica completa per i caricatori ufficiali Apple è come segue:
- Apple 18 W: 17,36 W
- Apple 20 W: 19 W
- Apple 87 W: 24,70 W
- Apple 29 W: 27,51 W
- Apple 35 W Dual USB-C: 27,59 W
- Apple 35 W Dual USB-C compatto: 27,65 W
- Apple 140 W: 27,68 W
- Apple 30 W: 27,70 W
- Apple 70 W: 28,11 W
- Apple 67 W: 28,16 W
- Apple 61 W: 28,17 W
- Apple 96 W: 28,18 W
- Apple 40 W (dinamico con picchi a 60 W): 28,34 W
- Caricatore wireless MagSafe ufficiale: 29,11 W
Questo invece è lo specchietto riassuntivo dei caricatori di terze parti. Anche in questo caso i risultati migliori si aggirano intorno ai 28 W.
Sono risultati piuttosto modesti se si guarda in generale il resto del mondo smartphone, soprattutto i produttori cinesi in cui è praticamente la prassi spingersi oltre i 60 W, con i device più prestigiosi che superano agilmente i 100 W. Ma è comunque un passo avanti piuttosto significativo rispetto a quanto visto anche solo l’anno scorso con gli iPhone 16, che si fermavano intorno ai 23 W.
Misurare la velocità di ricarica di un iPhone è piuttosto complicato perché Apple ha implementato un sistema dinamico in grado di aggiustare l’erogazione di energia praticamente in tempo reale, ottimizzando il bilanciamento tra necessità di fare in fretta, necessità di preservare la vita della batteria il più a lungo possibile, e necessità di tenere sotto controllo il calore dentro al dispositivo. Tecnicamente lo fanno anche tutti gli altri, ma nel caso di Apple il sistema è molto “più dinamico” rispetto a quanto si potrebbe essere abituati se si proviene dal mondo Android. Da notare peraltro che le velocità massime sono ottenibili solo e soltanto con un cavo USB-C compatibile e certificato da Apple, come per esempio quello incluso nella confezione.