Israele abbatte droni con un raggio laser: è il primo uso in guerra

https://www.hdblog.it/tecnologia/articoli/n620167/laser-israele-droni-hezbollah/

HDblog.it May 29, 2025 · 2 mins read
Israele abbatte droni con un raggio laser: è il primo uso in guerra
Share this

Per la prima volta nella storia militare moderna,un’arma laser è stata impiegata in un vero contesto bellico. A confermarlo è l’esercito israeliano, che ha recentemente tolto il velo al debutto operativo di un sistema a raggio laser utilizzato contro droni di Hezbollah lungo il confine con il Libano. L’episodio risale a ottobre 2024, ma solo ora il divieto di pubblicazione è stato revocato, consentendo di conoscere i dettagli di un evento che segna una tappa significativa nella difesa aerea ad alta tecnologia.

La tecnologia utilizzata, chiamata "Lite Beam", è un prototipo da 10 kW realizzato dalla Rafael Advanced Defense Systems, azienda israeliana leader nel settore bellico. Questo sistema rappresenta una versione meno potente rispetto al futuro "Iron Beam", il cui impiego su vasta scala è previsto entro il 2025. Entrambi i dispositivi sono pensati per affiancare e potenziare la rete di difesa missilistica già esistente in Israele, in particolare il celebre Iron Dome.

Il Lite Beam è un modello che si distingue per la sua compattezza: può essere montato su veicoli 4x4, rendendolo particolarmente adatto all’impiego diretto sul campo. È stato proprio in uno di questi scenari che il laser ha abbattuto alcuni droni nemici, rappresentando così il primo successo, quantomeno documentato, in combattimento di un’arma basata su questa tecnologia.

A differenza dei missili intercettori convenzionali, che comportano costi elevati — dai 46.000 agli 92.000 euro per ogni lancio — il colpo effettuato con armi laser ha un costo di pochi euro. Non solo: grazie al fatto che il sistema utilizza l’energia elettrica, può contare su una “scorta” teoricamente infinita di munizioni, purché ci sia alimentazione. Il raggio, infine, viaggia alla velocità della luce, permettendo reazioni istantanee.

Dal punto di vista tecnico, il funzionamento si basa sull’individuazione dei bersagli tramite radar già in uso. A quel punto, decine di moduli laser a fibra si sincronizzano per formare un’unica sorgente potente. Il sistema include anche ottiche adattive, che consentono di cambiare obiettivo in frazioni di secondo, rendendolo efficace contro minacce multiple e simultanee, come gli attacchi con sciami di droni.

Anche se il raggio operativo dell’Iron Beam varierà tra qualche centinaio di metri fino a circa 10 chilometri, le condizioni atmosferiche — nebbia, pioggia intensa o tempeste di sabbia — possono limitarne l’efficacia. Ciononostante, il suo potenziale rimane alto e la sua integrazione con il sistema Iron Dome contribuirà a creare uno scudo difensivo multilivello più economico, efficiente e rapido.

Israele non è sola in questo percorso: anche Stati Uniti, Regno Unito e Corea del Sud stanno sviluppando tecnologie simili. Il Regno Unito, ad esempio, ha presentato il sistema DragonFire, un laser da 50 kW capace di colpire una moneta da un chilometro di distanza con un costo per colpo stimato intorno ai 12 euro. Negli Stati Uniti, la Marina ha testato con successo la propria arma laser nel 2022. La corsa internazionale alla difesa a energia diretta è ormai avviata.