Italiano fa causa a Google Street View: stava facendo la doccia in giardino

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HDblog.it Aug 01, 2025 · 2 mins read
Italiano fa causa a Google Street View: stava facendo la doccia in giardino
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Il protagonista è stato assistito dall’avvocato De Vittorio e sostiene che la ripresa sia avvenuta all’interno dei confini privati della sua abitazione, vicino alla recinzione di una strada che, secondo una perizia di parte, sarebbe anch’essa privata, quindi non documentabile dai veicoli di Google. L’uomo aveva tentato una soluzione stragiudiziale, coinvolgendo anche il Garante della Privacy, ma senza esito concreto.

Google si è difesa respingendo ogni accusa: in base alle dichiarazioni dei legali (Marco Berliri, Massimiliano Masnada, Michele Traversa, Ambra Pacitti e Giacomo Bertelli), le immagini non sono più disponibili sulla piattaforma e comunque mostravano una persona “fuori dal cancello di casa sua, sulla pubblica via", in costume da bagno. I legali di Mountain View sostengono che il volto fosse irriconoscibile anche con lo zoom, e ritengono “poco credibile” che qualcuno a Gallipoli possa essere deriso per essere in costume durante l’estate. Big G, inoltre, si chiama fuori sostenendo di occuparsi solo della pubblicità, e non della gestione diretta delle immagini su Street View.

La disputa è diventata acceso terreno di scontro anche tra gli avvocati, con accuse reciproche di toni inappropriati. L’udienza decisiva è fissata per il 2 ottobre al Tribunale di Lecce, quando potrebbe essere formulata una nuova proposta di risarcimento oppure arrivare una prima sentenza sul merito della questione.

Ad aumentare le speranze del 56enne ci sono gli sviluppi recenti in Argentina: una situazione simile ha visto un uomo, anche lui immortalato nudo nel proprio giardino da Google Street View nonostante una recinzione di oltre due metri. L’immagine è finita online con dettagli identificativi come via e numero civico, provocando un’ondata di ilarità a livello locale e sui social. Dopo un primo rigetto, dove il tribunale aveva accusato il diretto interessato di “camminare in condizioni inappropriate”, una corte d’appello ha ribaltato tutto: ha riconosciuto che la fotografia era stata scattata in un’area privata e che si era verificata una “palese violazione della privacy e della dignità” dell’uomo, imponendo a Google un risarcimento di 12.500 dollari statunitensi.

Il caso argentino dimostra che, anche in presenza di tecnologie di oscuramento automatico non infallibili, la responsabilità di Google può essere riconosciuta se viene diffusa un’immagine ottenuta oltre i limiti ragionevoli della privacy, soprattutto se parliamo di ambienti domestici e protetti. Se in Puglia la vicenda dovesse seguire lo stesso orientamento, la causa del 56enne gallipolino avrebbe tutte le carte in regola per ottenere almeno una parte del risarcimento richiesto.