Jared Isaacman, imprenditore miliardario e astronauta privato, ha recentemente rivelato i retroscena della sua esclusione dalla corsa alla guida della NASA, dopo che la sua nomina era già passata al vaglio di una commissione del Senato. A spiegare la vicenda è stato lui stesso durante il popolare podcast “All-In”, dove ha parlato con tono diretto ma senza recriminazioni. La sua candidatura, avviata lo scorso dicembre su proposta del presidente Donald Trump, sembrava avviata verso un’approvazione formale da parte del Senato già a fine maggio. Eppure, pochi giorni prima dell’udienza definitiva, la Casa Bianca ha annunciato a sorpresa il ritiro della proposta.
Secondo Isaacman, la decisione sarebbe legata a dinamiche politiche interne all’amministrazione Trump e, in particolare, alla crescente tensione con Elon Musk. L’imprenditore ha raccontato di aver ricevuto una telefonata in cui gli veniva semplicemente comunicato che “il presidente ha deciso di prendere un’altra direzione”. Ma Isaacman, che da mesi si trovava a Washington per prepararsi al nuovo incarico, sospetta che la sua figura sia stata sacrificata in un contesto più ampio, dove altri cambiamenti significativi hanno avuto luogo nello stesso periodo.
Proprio tra il 28 e il 31 maggio, infatti, si è consumata la rottura tra Trump e Elon Musk, che ha lasciato un ruolo consultivo nel governo dopo 130 giorni di collaborazione. Le critiche di Musk a una legge in discussione al Congresso, seguite da un acceso scambio via social, sembrano aver avuto un effetto a catena. Isaacman, in quanto legato a SpaceX per le sue missioni private nello spazio, potrebbe essere stato visto come una figura troppo vicina all’imprenditore sudafricano in un momento delicato.
“Ero un bersaglio visibile”, ha dichiarato. Nonostante le sue parole restino misurate, ha lasciato intendere che l’allontanamento non sia stato casuale. Il podcast ha anche affrontato le speculazioni su eventuali conflitti d’interesse o donazioni politiche compromettenti, ma Isaacman ha chiarito di aver sempre sostenuto candidati di entrambi gli schieramenti, descrivendosi come un moderato con tendenze conservatrici.
Interessante anche il passaggio in cui, via social, ha condiviso quello che sarebbe stato il suo piano per la NASA: meno burocrazia, più efficienza, maggiore agilità decisionale e una cultura fondata sulla responsabilità e sul coraggio di affrontare il rischio. Un modello ispirato più alla logica imprenditoriale che alla tradizionale macchina pubblica.
Le sue parole, tuttavia, non hanno mai assunto toni polemici nei confronti di Trump, anzi. Isaacman ha ribadito di comprendere le esigenze di un presidente che deve prendere migliaia di decisioni in tempi rapidissimi. “Serve qualcuno di piena fiducia per portare avanti la propria visione”, ha detto, mostrando rispetto per la scelta, pur riconoscendo che si è trattato di una delusione personale.