Il governo degli Stati Uniti ha siglato un accordo con xAI di Elon Musk per l'adozione del chatbot Grok in tutte le agenzie federali. L'intesa, della durata di 18 mesi e dal costo quasi simbolico di 0,42 dollari per agenzia, è sorprendente non solo per le recenti e accese controversie legate all'affidabilità dell'AI di Musk, ma anche per il suo significato politico. Questo accordo è visto da molti come un segnale di disgelo tra Elon Musk e il Presidente Donald Trump, dopo la loro clamorosa e contenziosa rottura di qualche mese fa.
La decisione ha però scatenato immediate polemiche. Gruppi per i diritti civili si erano opposti all'adozione di Grok, citando la sua tendenza a produrre risposte con inclinazioni ideologiche marcate, in diretta violazione del piano sull'AI dello stesso Trump, che richiede che gli strumenti usati dal governo siano neutrali e non partigiani. Il caso più eclatante, citato dai critici, è avvenuto a luglio, quando l'account X di Grok si è auto-definito MechaHitler, pubblicando una serie di post antisemiti. xAI ha dichiarato di aver risolto il problema.
L'accordo con Grok si inserisce nell'iniziativa "OneGov" della Government Services Administration (GSA), che nell'ultima settimana ha siglato contratti a bassissimo costo con tutti i principali attori del settore, tra cui Meta, OpenAI, Google e Anthropic. L'obiettivo, come dichiarato dal commissario del GSA Josh Gruenbaum, è quello di "costruire un governo efficiente e responsabile" attraverso un "ampio accesso a modelli AI avanzati".
Nonostante le rassicurazioni, l'inclusione di un chatbot dal passato così controverso solleva importanti interrogativi sull'equilibrio tra la spinta all'efficienza e la necessità di garantire neutralità e sicurezza nell'adozione dell'intelligenza artificiale da parte delle istituzioni governative.