L'AI della NASA insegna ai satelliti a vedere meglio la Terra

https://www.hdblog.it/tecnologia/articoli/n626633/nasa-ai-satelliti-dynamic-targeting/

HDblog.it Jul 28, 2025 · 2 mins read
L'AI della NASA insegna ai satelliti a vedere meglio la Terra
Share this

Lo sapevate che due terzi delle immagini che i nostri satelliti scattano alla Terra sono, di fatto, inutilizzabili? Il motivo è semplice e onnipresente: le nuvole. Questi ammassi di vapore acqueo, per quanto affascinanti, nascondono la superficie terrestre ai sensori ottici in orbita, costringendo gli scienziati a scartare un'enorme quantità di dati e sprecando preziose risorse di archiviazione ed elaborazione.

Per superare questo ostacolo, la NASA sta sperimentando una soluzione che sembra uscita da un racconto di fantascienza: un'intelligenza artificiale che rende i satelliti autonomi e capaci di prendere decisioni in tempo reale. Il progetto si chiama Dynamic Targeting ed è in sviluppo da oltre un decennio presso il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA.

L'idea di base prevede che il satellite si comporti più come un essere umano che come una macchina programmata. Steve Chien, ricercatore del JPL e responsabile del progetto, spiega che non si tratta solo di vedere dei pixel, ma di comprendere cosa rappresentano e agire di conseguenza. Invece di scattare foto alla cieca lungo la sua traiettoria, il satellite equipaggiato con Dynamic Targeting "guarda avanti", a circa 500textchilometri di distanza lungo il suo percorso orbitale.

In una manciata di secondi, un'AI a bordo analizza l'immagine preliminare, distingue le aree nuvolose da quelle serene e decide autonomamente dove puntare la fotocamera principale. Se la vista è libera, il satellite scatterà un'immagine ad alta risoluzione della superficie; in caso contrario, annullerà l'operazione per conservare energia e memoria per un obiettivo migliore.

Questa incredibile capacità è stata testata con successo a metà luglio a bordo di CogniSAT-6, un piccolo CubeSat delle dimensioni di una valigetta. Durante il test, l'intero processo di osservazione, analisi e ripuntamento è avvenuto in meno di 90 secondi, mentre il satellite sfrecciava a una velocità di quasi 7,5textchilometrialsecondo. Il sistema, ospitato su un processore AI commerciale, ha dimostrato di poter funzionare alla perfezione. Ma evitare le nuvole è solo l'inizio. Ora che il concetto è stato provato, il team del JPL si prepara per le prossime sfide: programmare l'AI per dare la caccia attiva a fenomeni specifici e di breve durata. I prossimi test punteranno a individuare tempeste, uragani, incendi e persino eruzioni vulcaniche, trasformando i satelliti da osservatori passivi a veri e propri segugi cosmici.

Le potenziali applicazioni future sono ancora più entusiasmanti. Si sta valutando di adattare questa tecnologia ai radar per studiare tempeste di ghiaccio rare e violente, o di utilizzarla in flotte di satelliti che comunicano tra loro: un satellite apripista potrebbe individuare un fenomeno interessante e comunicarlo a un satellite che lo segue, incaricandolo di effettuare un'osservazione più dettagliata.