Mentre i leader mondiali si riuniscono a L’Aia per il vertice NATO del 24 e 25 giugno, l'attenzione non è rivolta solo alle decisioni geopolitiche, ma anche al fronte digitale, divenuto ormai un'arena di scontro parallela. A far parlare di sé è stato il gruppo di hacktivisti filorusso NoName057(16), che ha rivendicato una serie di attacchi informatici volti a disturbare l'importante appuntamento internazionale, confermando come questi eventi siano un'occasione prediletta per operazioni di disturbo a sfondo politico.
La notizia, confermata da diverse società di cybersicurezza tra cui Check Point Research, parla di attacchi di tipo DDoS (Distributed Denial of Service), una tecnica ormai tristemente nota che mira a inondare di traffico i server di un sito web fino a renderlo irraggiungibile. Nel mirino del collettivo sono finiti diversi portali digitali legati a municipalità olandesi e, secondo le loro stesse rivendicazioni diffuse tramite Telegram, anche l'ufficio di rappresentanza regionale della NATO nei Paesi Bassi. L'intento di queste azioni non è tanto quello di sottrarre dati o infliggere danni permanenti, quanto piuttosto quello di creare un disservizio temporaneo, un modo per lanciare un messaggio plateale e amplificare la propria propaganda.
Il gruppo NoName057(16) non è nuovo a queste incursioni. La sua storia è costellata di attacchi opportunistici che seguono il calendario dei grandi eventi politici e delle tensioni internazionali, prendendo di mira nazioni e organizzazioni considerate ostili a Mosca.
La loro motivazione, esplicitata più volte, è quella di reagire al sostegno fornito all'Ucraina e a quella che definiscono la "russofobia" dell'Occidente. Per farlo, utilizzano un modello operativo ben collaudato, il progetto "DDoSia", che permette di reclutare volontari e coordinare attacchi su vasta scala, trasformando di fatto il disturbo digitale in un'azione quasi militarizzata e ideologica.
Nonostante la rivendicazione altisonante, l'impatto effettivo degli attacchi sembra essere stato contenuto. Un portavoce del comune dell'Aia ha confermato di aver notato un anomalo aumento del traffico verso i sistemi di alcuni fornitori di servizi, che ha causato rallentamenti e una limitata accessibilità ad alcuni domini. Tuttavia, ha specificato che i servizi essenziali della città hanno continuato a funzionare normalmente. Da parte della NATO, al momento, non sono giunte dichiarazioni ufficiali riguardo a specifici danni subiti, un silenzio che suggerisce come le difese abbiano, in gran parte, retto all'urto.
Questi episodi, pur non avendo causato il caos sperato dagli aggressori, evidenziano una realtà ineludibile, ossia che la guerra oggi si combatte anche a colpi di bit. Gli attacchi DDoS, sebbene tecnicamente meno sofisticati di altre minacce informatiche, rappresentano uno strumento di pressione e di guerra ibrida. Gli esperti di sicurezza informatica sottolineano come possano anche servire da cortina fumogena, un diversivo per distogliere l'attenzione da tentativi di intrusione più complessi e potenzialmente più dannosi.