L'insostenibile leggerezza del centro per uomini maltrattati: così il maschio si riprende la scena

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(La redazione di fem) Jul 09, 2025 · 5 mins read
L'insostenibile leggerezza del centro per uomini maltrattati: così il maschio si riprende la scena
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I centri per le donne vittime di violenza maschile esistono perché la società insegna loro a restare e a subire in virtù di una cultura che le spinge dentro casa con ogni mezzo: obiezione al diritto di scelta sulla maternità, lavori sottopagati, discriminazioni negli spazi pubblici, assenza di servizi alla cittadinanza che le sgravano dai lavori di cura, pink tax, stigma sociale per le single, stigma sociale per le divorziate. E sono solo alcuni "mezzi" di controllo.

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Non mettiamo in dubbio l'esperienza di uomini che subiscono violenza dalle partner (commetteremmo lo stesso tragico errore commesso dagli uomini per secoli, anche se abbiamo molto meno potere), ma alla luce delle differenze culturali e sociali attorno al genere, ci sentiamo di sottolineare che gli uomini che subiscono violenza la subiscono da altri uomini, più che dalle partner. Allora il cerchio si dovrebbe chiudere nei centri per uomini maltrattanti, con la N. Cioè esattamente dove comincia. 

lo sportello di ascolto per uomini che subiscono violenza (non si sa bene da chi)

Uno sportello di ascolto per uomini maltrattati ha aperto a Roma, precisamente nel VI Municipio (l’unico guidato dal centrodestra). Si trova dentro al centro commerciale Roma Est ed è già attivo per accogliere gli uomini che subirebbero violenza dalle partner, donne che in particolare eserciterebbero l'ìsolamento parentale (cioè quella manovra grazie alla quale le madri impediscono ai loro ex di vedere i figli e le figlie) e lo stalking

Due punti principali: entrambe le forme di violenza sono già belle che formalizzate e riconosciute nei Tribunali, a differenza delle forme di violenza patriarcale che uomini e società agiscono sulle donne ogni minuto di ogni giorno.

E due: aprire questo centro mentre chiudono migliaia di consultori e centri antiviolenza ogni anno, è un po' come spargere sale su una ferita. E quello che ci sembra preoccupante è che sia uno spargimento di sale consapevole e lucidamente organizzato. 

l'alienazione parentale che la Cassazione giudica inaccettabile

Sappiamo che esistono persone che manipolano figli e figlie affinchè dopo un divorzio imparino a odiare l'ex partner. Secondo l'Istituto di Psicoterapia, il concetto di sindrome da alienazione parentale negli adulti non è scientificamente riconosciuto, semmai è una forma di abuso nei bambini e nelle bambine, nei ragazzi e nelle ragazze, che vengono costretti e costrette a passare del tempo con il genitore violento o presunto tale dopo che l'altro genitore ha fatto loro il lavaggio del cervello, che a sua volta è una forma di abuso.

Lo scopo del genitore che agisce l'alienazione parentale è duplice: ottenere alleanze e vicinanze nello scontro con l'ex partner e contemporaneamente fare all'ex terra bruciata attorno. Chi mette in pratica questa strategia è inadatto, inadatta, a fare il genitore perché la persona che più viene ferita e traumatizzata dalla lontananza è il figlio, la figlia e non l'ex partner. E proprio per questa ragione, i Tribunali italiani (e di tutto il mondo) "peccano", se così si può dire, nell'eccesso di tutela e più spesso di quanto non vorremmo costringono figli e figlie a passare del tempo con il genitore anche quando è davvero maltrattante, violento e abusivo. Tanto è vero che il Parlamento europeo e il Comitato ONU (oltre che a una serie di associazioni e fondazioni), ritengono inaccettabile appellarsi a tale sindrome non scientifica per costringere bambini e bambine a stare con il genitore violento o presunto tale, d'altro canto condannano gli abusi psicologici agiti dal genitore che tenta di separare la prole dall'ex per un proprio vantaggio (emotivo, sociale, economico etc).

Insomma - con molte controversie - esistono delle tutele legali per il genitore che sostiene di subire alienazione parentale, come esistono dei centri per uomini maltrattanti (con la "N") che servono proprio ad ascoltare quegli uomini accusati di violenza (vera o presunta) e quindi privati del loro ruolo genitoriale o che in virtù di presunti abusi e violenze vengono allontanati dalla casa, dai figli. A che serve in tal senso uno sportello di ascolto per uomini maltrattati? A niente.

stalking e violenza psicoloigica vengono commessi da altri uomini

Gli uomini sostengono di essere perseguitati dalle partner che compirebbero il reato di stalking. Nella delibera per l'apertura del centro a Roma si legge che lo stalking femminile è “caparbio e silente”, ma capace di “logorare psicologicamente” la vittima.

Sì, è vero che gli uomini possono essere vittime di stalking. Sebbene le statistiche mostrino che le donne sono più frequentemente le vittime di stalking, in particolare da parte di ex partner, c'è un numero significativo di uomini che subisce questo tipo di violenza sia da parte di ex partner che di altre persone, come colleghi o conoscenti. In Italia, il 20,3 per cento degli uomini ha subito stalking da parte di ex partner e il 13,5 per cento da parte di colleghi secondo il Rapporto Italia 2021 di Eurispes. Nel 70/80 per cento dei casi di stalking a commetterlo è un uomo (sia verso donne che verso uomini). La percentuale di donne vittime di stalking è 3 volte quella degli uomini.

In ogni caso lo stalking è già riconosciuto come un reato penale e che le vittime, indipendentemente dal genere, possono rivolgersi al numero nazionale anti-violenza e stalking 1522 per ricevere supporto di ogni tipo - compresi i casi di emergenza - e informazioni sui servizi disponibili. A che serve in tal senso uno sportello di ascolto per uomini maltrattati? A niente.

la parodia del privilegio ferito e la contraddizione culturale

È la parodia del privilegio ferito: la cultura che insegna agli uomini a dominare, a non cedere mai, a disprezzare la fragilità, è la stessa che ora li spinge a dichiararsi vittime a convenzienza. Solo quando serve, solo quando sentono che il protagonismo vacilla. Muore una donna ogni tre giorni, solo in Italia.