L'universo ha un centro? La risposta della fisica spiazza

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HDblog.it Jul 15, 2025 · 2 mins read
L'universo ha un centro? La risposta della fisica spiazza
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Se qualcuno vi chiedesse di indicare il centro dell'universo, probabilmente il vostro istinto vi suggerirebbe di puntare il dito verso un punto specifico nel cielo. È una domanda che affascina l'umanità da sempre, ma la cui risposta, secondo la fisica moderna, è piuttosto semplice: un centro non esiste. Per capire come sia possibile, dobbiamo abbandonare le nostre intuizioni quotidiane e provare a visualizzare il cosmo in un modo completamente nuovo.

Il paragone più efficace, sebbene imperfetto, è quello di un palloncino. Immaginate di disegnare tanti piccoli puntini sulla sua superficie sgonfia e di iniziare poi a soffiarci dentro. Man mano che il palloncino si espande, noterete che ogni puntino si allontana da tutti gli altri. Dal punto di vista di un singolo puntino, sembrerà che tutti gli altri stiano fuggendo via da lui, facendolo sentire al centro dell'espansione. La verità, però, è che nessun puntino è più centrale di un altro. Ora, pensate ai puntini come alle galassie e alla superficie del palloncino come al tessuto dell'universo. Questo è ciò che gli astronomi osservano con i loro telescopi: le galassie distanti si stanno allontanando da noi e, cosa ancora più importante, si allontanano anche l'una dall'altra.

Qui, però, l'analogia richiede una precisazione fondamentale. Il "centro" di un palloncino fisico si trova al suo interno, nello spazio tridimensionale pieno d'aria. Nell'analogia cosmologica, l'universo è unicamente la superficie bidimensionale del palloncino. L'interno non ha una controparte reale. Di conseguenza, chiedere dove sia il centro dell'universo è come chiedere dove si trovi il centro della superficie di una sfera: un punto del genere, semplicemente, non esiste. Si può viaggiare in ogni direzione sulla sua superficie senza mai trovare un limite o un punto privilegiato.

Questa osservazione, oggi consolidata, ha rappresentato un cambiamento di paradigma enorme. Circa un secolo fa, persino Albert Einstein era convinto che l'universo fosse statico, immutabile nella sua grandezza. La sua stessa teoria della relatività generale, pubblicata nel 1915, fu inizialmente interpretata in questa chiave. Furono le osservazioni di galassie lontane a suggerire una realtà diversa, quella di un cosmo in continua espansione.

Paradossalmente, furono proprio gli strumenti matematici forniti da Einstein a permettere agli scienziati di creare nuovi modelli che descrivevano un universo dinamico e in evoluzione, confermando che non sono tanto le galassie a muoversi nello spazio, quanto lo spazio stesso a espandersi, trascinandole con sé. Il nostro cervello è abituato a pensare in tre dimensioni spaziali, ma l'universo intreccia queste ultime con il tempo, creando un "tessuto" a quattro dimensioni chiamato spaziotempo. È proprio questa natura quadridimensionale a rendere il concetto così difficile da afferrare per la nostra intuizione, mostrandoci una realtà cosmica dove ogni luogo è, in un certo senso, tanto centrale quanto ogni altro.