La Cina accelera sull’AI con chip da 128 core

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HDblog.it May 29, 2025 · 2 mins read
La Cina accelera sull’AI con chip da 128 core
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In seguito alle crescenti problematiche commerciali con gli Stati Uniti, la Cina sembra pronta a fare un passo deciso verso l’autonomia tecnologica. Il produttore cinese di semiconduttori Hygon ha annunciato un nuovo processore ad alte prestazioni, il C86-5G, capace di offrire 128 core e ben 512 thread simultanei. Si tratta di un salto notevole rispetto alle attuali CPU commerciali prodotte da Intel e AMD, che in genere sfruttano il multithreading a due vie (SMT2), contro il sistema a quattro vie (SMT4) utilizzato dal nuovo chip cinese.

Il progetto non è frutto del caso ma arriva in seguito a una fusione tra Hygon e Sugon, storico costruttore cinese di supercomputer. L’operazione ha permesso di consolidare una filiera interamente nazionale che, partendo dalla progettazione dei processori, arriva fino alla realizzazione dei sistemi di calcolo ad alte prestazioni. Un’alleanza strategica che si inserisce in un piano più ampio del governo cinese volto a ridurre la dipendenza dalle tecnologie statunitensi, soprattutto in un periodo in cui le restrizioni commerciali imposte da Washington limitano fortemente l’accesso a chip e tecnologie d’importazione.

Il nuovo processore C86-5G non è solo impressionante sul piano numerico. Oltre alla capacità di elaborare centinaia di processi in parallelo, il chip promette un incremento del 17% nelle istruzioni per ciclo rispetto al modello precedente, un segnale che non si è puntato solo ad aggiungere core, ma anche a migliorare l’efficienza dell’architettura. Supporta inoltre fino a 1 terabyte di memoria RAM e integra le più recenti tecnologie di connettività, rendendolo competitivo anche dal punto di vista delle funzionalità di sistema.

Hygon aveva già ottenuto nel 2016 la licenza per la tecnologia Zen di prima generazione da AMD, utilizzata per creare i chip Dhyana, compatibili con Linux e già adottati da colossi come Tencent. Sugon, dal canto suo, aveva utilizzato tali processori per sviluppare supercomputer che figuravano nella classifica Top 500 delle macchine più potenti al mondo. Ora, con l’integrazione verticale completata, la Cina dispone di una piattaforma completamente interna per la produzione di supercomputer, un vantaggio rilevante non solo in termini economici ma anche strategici.

Va inoltre considerato che sia Hygon che Sugon sono inserite nella lista delle aziende soggette a restrizioni da parte degli Stati Uniti. Questo rende la capacità di autosufficienza ancor più significativa, in un periodo in cui il controllo della supply chain è diventato un fattore determinante anche per la sicurezza nazionale. Il modello seguito dalla Cina ricorda per certi versi quanto già avviene in Occidente con colossi come Google, Amazon Web Services e Microsoft, che sviluppano chip su misura per i propri data center, ottimizzando prestazioni e costi.

Il risultato è un ecosistema che potrebbe attirare sempre più attenzione da parte di clienti pubblici e privati cinesi, desiderosi di sganciarsi da soluzioni tecnologiche straniere. Il chip C86-5G rappresenta, in questo scenario, un tassello fondamentale per il futuro dell’informatica ad alte prestazioni in Cina e, più in generale, per l’equilibrio tecnologico globale.