La Cina ha sviluppato un materiale che potrebbe accelerare l'arrivo dell'energia da fusione nucleare. Dopo oltre un decennio di ricerca e sviluppo, gli scienziati cinesi hanno presentato il CHSN01, acronimo di "China high-strength low-temperature steel No 1", un super acciaio con proprietà straordinarie, già impiegato nella costruzione di quello che Pechino definisce il primo reattore a fusione al mondo destinato alla produzione di energia elettrica.
Il segreto dei reattori a fusione è costituito da potentissimi magneti superconduttori, che operano in un ambiente a dir poco infernale. Questi componenti devono funzionare a temperature prossime allo zero assoluto, circa -273 gradi Celsius, e allo stesso tempo sopportare la pressione di campi magnetici potentissimi. Trovare un materiale in grado di mantenersi strutturalmente stabile e resistente in queste condizioni estreme è stata per decenni una delle sfide più complesse per la fisica dei materiali. Il nuovo acciaio CHSN01 sembra essere la risposta tanto attesa a questo problema.
I test hanno confermato la sua capacità di gestire campi magnetici da 20 Tesla e di resistere a una pressione di 1.300 megapascal, dimostrando una resistenza alla fatica eccezionale.
L'ambizione cinese in questo campo non è nuova. Già nel 2011, quando il progetto internazionale ITER in Francia era il punto di riferimento, un team di scienziati cinesi guardava oltre. Li Laifeng, ricercatore presso l'Istituto Tecnico di Fisica e Chimica dell'Accademia Cinese delle Scienze, sottolineava come i futuri reattori avrebbero richiesto materiali ben più performanti di quelli standard, come l'acciaio inossidabile 316LN usato per ITER, un reattore sperimentale non progettato per generare elettricità. La comunità scientifica internazionale, tuttavia, accolse con scetticismo l'idea che si potesse migliorare significativamente un materiale già così avanzato, ritenendo quasi impossibile superarne i limiti.
Il percorso verso il CHSN01 è stato lungo e complesso. Un primo passo importante è arrivato nel 2017, quando i ricercatori cinesi hanno iniziato a modificare la lega metallica aggiungendo vanadio e ricalibrando i livelli di carbonio e azoto per aumentarne resistenza e tenacità.
La vera svolta, però, è avvenuta nel 2020 con il coinvolgimento di Zhao Zhongxian, uno dei fisici più rinomati della Cina, esperto di fisica criogenica. La sua partecipazione ha dato nuovo slancio al progetto, portando alla creazione di un'alleanza nazionale di ricerca che ha unito istituti, aziende e specialisti della saldatura per dare vita a un acciaio criogenico di produzione interamente nazionale.
Oggi, questo materiale innovativo è una realtà concreta nel reattore cinese BEST, il cui assemblaggio è iniziato nel maggio 2023 con l'obiettivo di essere completato entro il 2027. Delle oltre 6.000 tonnellate di componenti, ben 500 tonnellate sono realizzate in CHSN01, un materiale che la Cina prevede di utilizzare anche in altri settori strategici, oltre a quello energetico.