La Cina punta sull’Europa per espandere la guida autonoma

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HDblog.it Oct 06, 2025 · 4 mins read
La Cina punta sull’Europa per espandere la guida autonoma
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Bloccate dal mercato statunitense, le aziende cinesi della guida autonoma accelerano sull’Europa. In questi mesi stanno aprendo sedi, firmando accordi per la gestione dei dati e testando i loro sistemi su strada. Una corsa che allarma i concorrenti europei, preoccupati di trovarsi presto a combattere ad armi impari. In Cina, il più grande mercato automobilistico del mondo, la rivoluzione è già realtà: oltre la metà delle auto vendute, anche quelle di fascia economica, offre oggi funzioni di guida autonoma, spesso di serie.

Pechino vuole che le proprie aziende guidino il futuro del settore a livello globale. Sta spingendo l’innovazione con incentivi e una normativa nazionale chiara, mentre le imprese guardano all’estero per crescere. “Ci concentriamo sull’Europa per il nostro futuro globale,” afferma Dong Li, direttore tecnico di QCraft, startup di Pechino che ha appena annunciato l’apertura di una sede in Germania durante il salone dell’auto di Monaco. “Negli Stati Uniti ci sono barriere legate alla sicurezza nazionale, ma l’Europa è più aperta.”

Negli USA, infatti, il tema dei dati raccolti dai veicoli autonomi è diventato un problema politico. L’Europa, pur con regole frammentate e sistemi avanzati oggi riservati ai modelli di lusso, offre un terreno più fertile. La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen lo ha riconosciuto chiaramente venerdì scorso: “Negli Stati Uniti e in Cina la guida autonoma è già una realtà. Lo stesso deve avvenire in Europa.”

Le aziende cinesi preparano la conquista del continente

QCraft lavora già con costruttori cinesi ed europei e prevede di portare la propria tecnologia sul mercato europeo entro due anni. In Cina i suoi autobus di livello 4, in grado di viaggiare per lunghi tratti senza intervento umano, circolano in 26 città. Anche Deeproute.ai, specializzata nella stessa tecnologia avanzata, punta sull’Europa: aprirà un centro dati nel continente non appena chiuderà gli accordi in corso con diversi costruttori. Il gigante Momenta, che fornisce sistemi di guida autonoma a Toyota e General Motors, ha stretto una partnership con Uber: dal 2026 testerà in Germania veicoli di livello 4. In Cina, Momenta collaborerà con Mercedes-Benz, partendo dalla berlina elettrica CLA, e secondo fonti vicine al progetto, Mercedes starebbe già sperimentando la stessa tecnologia anche in Europa.

“Momenta ha ormai messo nel mirino l’Europa,” conferma una fonte a Reuters.

Startup europee in allarme: “Servono regole chiare eque”

Anche altri colossi cinesi come WeRide, Baidu e Pony.ai si stanno muovendo sul mercato europeo, spiega Yvette Zhang, analista di AlixPartners. Come per i veicoli elettrici, le aziende puntano a profitti più alti rispetto a quelli del mercato interno cinese, ormai saturo e ipercompetitivo. “Gli investitori vogliono crescita,” osserva Zhang. “E per crescere devono uscire dalla Cina.” In Europa le reazioni sono miste. C’è chi chiede sussidi e protezioni, e chi vede nella concorrenza cinese un’occasione per accelerare lo sviluppo tecnologico.

Jim Hutchinson, CEO della britannica Fusion Processing, che nel 2026 testerà autobus di livello 4, invoca maggiore vigilanza: “Se vogliamo sviluppare questa tecnologia, servono regole più stringenti e un po’ di intervento per garantire pari condizioni.”

L’Europa come unico sbocco possibile

In Cina, i costruttori offrono i sistemi di assistenza alla guida a prezzi molto bassi, talvolta gratuiti, per distinguersi nella guerra dei listini.

Secondo Canalys, nel 2025 saranno vendute circa 15 milioni di auto con tecnologia di livello 2, pari a oltre il 60% del mercato. Le autorità cinesi hanno inoltre approvato i test su strade pubbliche di sistemi di livello 3, che possono permettere ai conducenti di distogliere lo sguardo in quasi tutte le circostanze. Dopo il divieto imposto dal presidente Joe Biden alle tecnologie automobilistiche connesse provenienti dalla Cina, l’Europa è rimasta il principale mercato accessibile. “L’Europa è l’unico posto dove possono andare,” spiega Tu Le, fondatore della società di consulenza Sino Auto Insights. “Devono muoversi in fretta.”

Alex Kendall, CEO della britannica Wayve, sostiene un mercato aperto ma con regole più uniformi. “La concorrenza cinese spingerà tutti a crescere più rapidamente,” dice. “Quante auto autonome esistono oggi al mondo? Poche. Lo spazio per espandersi è enorme.”

L’assalto di Monaco e la sfida dell’innovazione

Al salone dell’auto di Monaco a settembre, le aziende cinesi Momenta, QCraft, Horizon Robotics e DeepRoute.ai si sono presentate in massa per la prima volta, accanto ai produttori di veicoli elettrici. L’obiettivo: mostrare i loro sistemi di guida autonoma a basso costo. Momenta e Uber inizieranno i test proprio a Monaco, città di BMW, partner di Momenta in Cina. “È solo il punto di partenza per un’espansione in tutta Europa,” spiega Gerhard Steiger, presidente europeo dell’azienda. Il CEO di DeepRoute.ai, Maxwell Zhou, conferma: “L’Europa è un mercato enorme e fondamentale per noi.”

Bruxelles prepara regole comuni per restare in corsa

Mentre le aziende cinesi accelerano, l’Unione Europea cerca di colmare il ritardo. Al momento, infatti, la maggior parte dei Paesi europei non consente test pubblici oltre il livello 2, che richiede sempre l’intervento del conducente. La Commissione Europea lavora a una normativa unificata per armonizzare le regole e facilitare la sperimentazione di sistemi più avanzati. Al momento i test sono consentiti solo in pochi mercati, tra cui Germania e Regno Unito.