Durante il recente anniversario della vittoria celebrato a Pechino, tra carri armati e missili a lunga gittata, l’attenzione generale è stata attirata un’arma ancora più insolita: un laser capace, secondo le fonti ufficiali cinesi, di abbattere droni e missili con una potenza superiore ai sistemi navali americani. Si tratta del Liaoyuan-1, abbreviato LY-1, mostrato in parata per la prima volta e subito diventato oggetto di confronto con Helios, il laser sviluppato da Lockheed Martin per la US Navy.
La rivista militare cinese Ordnance Industry Science Technology lo descrive come la “linea di difesa finale” per le unità navali. Il compito sarebbe quello di intercettare a distanza ravvicinata minacce difficili da affrontare con missili convenzionali, come droni o missili da crociera. L’arma non agirebbe in solitaria, ma integrata con i sistemi di difesa stratificati già presenti sulle navi, affiancando batterie missilistiche a lungo, medio e corto raggio.
Secondo i dati diffusi, il LY-1 avrebbe una potenza compresa tra 180 e 250 kilowatt, quindi superiore ai circa 60 kilowatt dichiarati per Helios, già installato sul cacciatorpediniere USS Preble. Anche l’apertura della lente del sistema cinese, stando alle fonti, sarebbe doppia rispetto a quella americana, garantendo un fascio più concentrato e teoricamente più efficace. Inoltre, l’architettura modulare del LY-1 permetterebbe in futuro di aumentare la potenza aggiungendo ulteriori unità.
Ricordiamo che Washington negli ultimi anni ha condotto test pubblici con Helios e con altri sistemi, come il Laser Weapon System Demonstrator (LWSD) da 150 kilowatt montato su una nave da trasporto anfibio, e con ODIN, un laser meno potente ma pensato per accecare i sensori nemici. La Cina, invece, non ha reso noto su quali unità navali sia stato integrato il LY-1, né ha fornito prove di test sul campo.
Il basso costo di intercettazione è uno dei punti di forza su cui insistono gli analisti militari, poiché colpire un drone con un missile convenzionale comporta una spesa che può arrivare a centinaia di migliaia di euro, mentre un singolo colpo laser costa soltanto l’energia necessaria a generarlo. In uno scenario di guerra caratterizzato da sciami di droni a basso costo, questo vantaggio può risultare determinante.
Ma ci sono anche delle problematiche, ad esempio le condizioni atmosferiche influiscono molto sull’efficacia di un laser: pioggia, nebbia o polvere in sospensione possono ridurne la precisione e la portata. Inoltre, il calore generato richiede sistemi di raffreddamento ingombranti, complicando l’installazione su unità navali già cariche di armamenti.
Gli esperti citati dal South China Morning Post ricordano che le armi laser non sono destinate a sostituire i missili, ma a integrarli. La loro funzione è rendere più flessibile la difesa navale, alleggerendo i sistemi tradizionali e riducendo i costi in caso di attacchi ripetuti.