La Commissione Europea torna sul tema del commercio online, dopo che lo scorso febbraio aveva già bacchettato i principali player del settore sul tema della contraffazione. Questa volta nel mirino della commissione non c'è una categoria di commercianti, bensì un nome ben preciso, quello di Shein, accusato di non aver rispettato le regole a protezione dei consumatori vigenti in Europa; il portale cinese ha un mese per rispondere alle accuse e adottare comportamenti correttivi, pena la possibilità di vedersi applicata una multa salatissima basata sul fatturato annuale realizzato nei Paesi dell'Unione in cui opera, ma vediamo le accuse nel dettaglio.
LE CONTESTAZIONI DELL'EUROPAAlla base dell'intervento congiunto della Commissione Europea con il Consumer Protection Cooperation Network (CPC) e le autorità nazionali a tutela dei consumatori, ci sarebbe l'attuazione di pratiche da parte di Shein che sono contrarie alle leggi a tutela del consumatore, come ad esempio:
- Sconti falsi: vengono mostrati prezzi che suggeriscono sconti che in realtà non esistono, in quanto non sono basati sul prezzo precedente
- Vendita sotto pressione: il consumatore viene sottoposto a pressione attraverso l'utilizzo di false date di scadenza per le offerte, in modo da spingere verso l'acquisto compulsivo
- Informazioni mancanti, incorrette e fuorvianti: Shein non è chiaro riguardo i diritti dei consumatori, le politiche di reso e rimborso, spesso mancando al suo dovere in queste circostanze
- Etichette ingannevoli per i prodotti: vengono utilizzate etichette che suggeriscono caratteristiche speciali di alcuni prodotti, mentre queste non sono altro che caratteristiche richieste per legge
- Affermazioni ingannevoli sul tema della sostenibilità: si ritiene che Shein fornisca informazioni false o ingannevoli riguardo la sostenibilità ambientale dei suoi prodotti
- Informazioni di contatto nascoste: l'utente non è in grado di accedere facilmente ai contatti di Shein per domande e lamentele
Queste sono solo alcune delle accuse specifiche mosse dalla Commissione e dal CPC nei confronti di Shein, visto che viene anche chiesto che il colosso cinese offra garanzie riguardo la veridicità delle classificazioni e delle recensioni presenti sulla piattaforma, e maggiore trasparenza riguardo l'informare il cliente riguardo i suoi diritti come consumatore quando la transazione avviene attraverso un rivenditore di terze parti presente su Shein.
I PROSSIMI PASSICome anticipato in apertura, ora Shein ha un mese di tempo per rispondere alle accuse del CPC e prendere impegni formali in grado di rispondere in maniera esaustiva ai punti sollevati dalla Commissione, la quale non sembra voler chiudere le porte del dialogo con il colosso cinese. Tutt'altro, dal momento che la Commissione Europea spera di poter avviare una trattativa costruttiva con Shein, riservandosi il diritto di intervenire in maniera sanzionatoria solo se l'azienda dovesse giungere a risposte inadeguate.