La corsa allo spazio si arricchisce di un nuovo, ambizioso protagonista, la Corea del Sud. Il paese asiatico, forte del successo ottenuto con la sua prima sonda lunare, Danuri, ha svelato una tabella di marcia che delinea un futuro di grande espansione nelle esplorazioni spaziali. L'orbiter Danuri, lanciato nell'agosto del 2022 a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX, sta ancora oggi studiando il nostro satellite, fornendo dati preziosi e dimostrando le crescenti capacità tecnologiche del paese. Ma questo, a quanto pare, era solo l'inizio di un percorso ben più audace.
L'amministrazione spaziale nazionale, la Korea AeroSpace Administration (KASA), istituita solo lo scorso anno, ha presentato un piano a lungo termine che va ben oltre il semplice invio di sonde. L'obiettivo finale, fissato per il 2045, è la costruzione di una base permanente sulla Luna e, come se non bastasse, il primo allunaggio di un veicolo sudcoreano su Marte nello stesso anno. Questo programma delinea cinque missioni fondamentali che spaziano dall'esplorazione dell'orbita terrestre bassa e della microgravità, fino a missioni scientifiche dedicate al Sole e allo spazio profondo, con un focus preponderante proprio sulla Luna.
Non si tratta di un sogno campato in aria, ma di un progetto scandito da tappe intermedie ben precise. Le autorità avevano già annunciato l'intenzione di far atterrare un lander robotico sulla superficie lunare entro il 2032. La nuova roadmap, tuttavia, alza ulteriormente l'asticella, prevedendo lo sviluppo di un lander di nuova generazione entro il 2040, propedeutico alla creazione di quella che viene definita una "base economica lunare" entro il 2045.
Il piano include lo sviluppo di tecnologie proprietarie non solo per l'atterraggio e per la mobilità con rover, ma anche per l'estrazione e l'utilizzo delle risorse in situ, come il ghiaccio d'acqua.
A testimonianza della serietà del progetto, alcuni prototipi di rover lunari sono già stati testati dall'Istituto coreano di geoscienze e risorse minerarie in un luogo tanto insolito quanto efficace: una miniera di carbone abbandonata, simulando le condizioni per future operazioni di estrazione spaziale.
Non è l'unica nazione con ambizioni di questo calibro, come vi abbiamo spesso raccontato sulle nostre pagine. Gli Stati Uniti, con il programma Artemis della NASA, puntano a stabilire avamposti lunari nel prossimo decennio. Anche la Cina, in collaborazione con la Russia e altre nazioni, sta lavorando a un progetto simile, mentre l'India ha dichiarato di voler costruire una propria base sulla Luna entro il 2047. Si delinea così uno scenario internazionale sempre più competitivo e stimolante, dove la Luna torna a essere il primo, grande traguardo per le potenze spaziali emergenti e consolidate.