La Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto la richiesta di Google di sospendere l'ingiunzione permanente nel caso antitrust contro Epic Games, infliggendo un duro colpo al colosso di Mountain View. Questa decisione significa che l'ingiunzione rimane in vigore e Google ha ora poco più di due settimane, fino al 22 ottobre, per conformarsi alla sentenza e aprire in modo significativo il suo ecosistema di app su Android.
La sentenza, confermata in appello il 12 settembre, obbliga Google a una serie di cambiamenti radicali. L'azienda dovrà smettere di imporre agli sviluppatori l'uso esclusivo del suo sistema di fatturazione e dovrà permettere loro di informare gli utenti e inserire link a metodi di pagamento alternativi e a store di app concorrenti direttamente dall'interno delle proprie applicazioni.
La reazione di Epic Games è stata trionfante. Il CEO Tim Sweeney ha scritto su X: "A partire dal 22 ottobre, gli sviluppatori avranno legalmente il diritto di indirizzare gli utenti di Google Play a pagamenti esterni senza commissioni, schermate allarmistiche e attriti".
Dal canto suo, Google ha espresso disappunto, ma ha confermato che si atterrà ai suoi obblighi legali, pur continuando il suo appello nel merito. "Android offre più scelta di qualsiasi altro sistema operativo mobile, e le modifiche ordinate metteranno a repentaglio la capacità degli utenti di scaricare app in sicurezza", ha dichiarato un portavoce.
Nonostante la scadenza imminente, la battaglia legale non è finita. Google presenterà il suo appello completo alla Corte Suprema entro il 27 ottobre, dopo la data di conformità. Nel frattempo, il giudice di primo grado ha fissato un'udienza per il 30 ottobre per verificare come Google si sarà adeguata all'ingiunzione. La decisione odierna, tuttavia, rappresenta una vittoria fondamentale e immediata per Epic e per gli sviluppatori che da anni chiedono maggiore libertà sul Play Store.