La fame di energia dell'AI si placherà con il mini-nucleare?

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HDblog.it Aug 02, 2025 · 3 mins read
La fame di energia dell'AI si placherà con il mini-nucleare?
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La crescente domanda di energia da parte dei sistemi di AI e dei data center sta spingendo il mondo della tecnologia e dell'energia a esplorare soluzioni innovative e, per certi versi, inaspettate. Secondo una previsione di Goldman Sachs, entro il 2030 la richiesta di elettricità da parte dei soli data center registrerà un balzo del 160%, arrivando a consumare fino al 4% dell'energia mondiale. Questa enorme sete di potenza rischia di mettere a dura prova le reti elettriche globali, già sotto pressione. È in questo scenario che si inserisce un progetto ambizioso che unisce due frontiere tecnologiche: il nucleare compatto e l'idrogeno pulito.

A gettare il guanto di sfida è la società canadese First Hydrogen Corp., che ha annunciato l'avvio di una collaborazione con l'Università di Alberta per progettarereattori nucleari modulari di piccole dimensioni, noti come SMR (Small Modular Reactors). Si tratta del primo passo dell'azienda nel settore nucleare, una mossa strategica per garantirsi una fonte di energia stabile e a basse emissioni di carbonio, indispensabile per la produzione di idrogeno su larga scala. Il team di lavoro, che vedrà fianco a fianco gli ingegneri dell'azienda e il professor Muhammad Taha Manzoor dell'ateneo canadese, si concentrerà sull'ottimizzazione dei combustibili, dei materiali del nucleo e della configurazione generale dell'impianto. L'obiettivo è creare un SMR appositamente pensato per trasformare calore ed elettricità in idrogeno "verde", ovvero prodotto senza emissioni di anidride carbonica, a un costo che possa competere con i metodi attuali basati sui combustibili fossili.

Ma perché proprio i reattori SMR? A differenza delle centrali tradizionali da gigawatt, gli SMR sono progettati per produrre fino a qualche centinaio di megawatt. La loro vera forza risiede nella modularità: vengono costruiti in fabbrica e poi trasportati e assemblati in loco, come dei mattoncini Lego sovradimensionati. Questo li rende ideali per essere installati in complessi industriali, aree minerarie o comunità isolate. Il loro design semplificato e prevalentemente sotterraneo è pensato per aumentare la sicurezza, allungare i cicli operativi tra una ricarica e l'altra e ridurre i tempi e i costi di costruzione.

Il Canada si sta rivelando il terreno ideale per questo tipo di sviluppo. Il paese vanta sessant'anni di esperienza sicura nel settore nucleare con i suoi reattori ad acqua pesante CANDU e il governo federale ha identificato gli SMR come un pilastro per la futura indipendenza energetica. Questa solida base ha spinto First Hydrogen a lanciare la sua sussidiaria, First Nuclear, per dedicarsi a questo progetto, pur tenendo d'occhio anche possibili siti in Europa.

Questa nuova avventura nucleare si lega direttamente all'attività principale di First Hydrogen, quella della mobilità a zero emissioni. L'azienda ha già sviluppato due furgoni commerciali leggeri a celle a combustibile a idrogeno, che hanno percorso oltre 6.000 chilometri di test sulle strade britanniche, raggiungendo un'autonomia di oltre 630 chilometri con un solo pieno. Questi veicoli rientrano nel modello "Hydrogen-as-a-Service" della società, che prevede la creazione di hub di rifornimento di idrogeno.

Integrando i reattori nucleari nella filiera, First Hydrogen mira a svincolare la produzione di idrogeno dalla volatilità dei prezzi dell'elettricità e dall'intermittenza delle fonti rinnovabili, garantendo una fornitura costante per i suoi hub e, in futuro, per i data center affamati di energia. Sebbene la tecnologia SMR debba ancora superare notevoli ostacoli normativi e finanziari, la sua promessa di energia continua e senza carbonio continua ad attrarre l'interesse di industrie e governi in tutto il mondo.