La fascinazione delle donne per i mostri è la fascinazione delle donne per il potere (ed è un problema)

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(La redazione di fem) Nov 10, 2025 · 3 mins read
La fascinazione delle donne per i mostri è la fascinazione delle donne per il potere (ed è un problema)
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Esistono due tipi di mostri: quelli inventati dal genio di scrittori, scrittrici, e quelli che esistono o sono esistiti davvero. Come società li troviamo attraenti entrambi. La spiegazione è ovviamente molto semplice. Anche se la psicoanalisi direbbe che è il risultato di una pulsione di morte travestita da romanticismo, qualcosa ci suggerisce anche che il mostro (vero, inventato) è una proiezione del desiderio di potere.

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Da Dracula a Edward Cullen, da Lestat a Edward Mani di forbice, all'ultimo Frankenstein: l’immaginario sembra ripetersi e riavvolgersi nel rituale dell’innamoramento per la bestia. È una fiaba che si traveste a volte da gotico, a volte da fantasy, altre volte da saga teen, ma il copione resta identico: c'è una lei che ama qualcuno che volendo la potrebbe distruggere, ed è consapevole di ciò. Desiderio di morte inconscio o convinzione del potere salvifico del proprio amore? La psicoanalisi direbbe la prima, tutto quello che abbiamo imparato da sociologia e sociologia femminista direbbe la seconda. Perché se è vero che il vampiro, il mostro, il cattivo in generale domina e soggioga, è vero pure che la letteratura ci ha sempre suggerito che l'amore sistema ogni cosa (ci ha mentito quindi).

Lo si vede bene in Twilight, ma pure in qualsiasi altro romanzo o lungometraggio - o perfino serie tv teen: i mostri lentamente, grazie all'amore o all'innamoramento, smettono di essere creature dell’orrore e della devianza per diventare anime malinconiche, capaci di una profondità di sentimenti che gli uomini umani non riuscirebbero a raggiungere. Allora la protagonista femminile non desidera tanto il mostro in sé quanto essere la privilegiata che può, a differenza delle altre, averlo ed essere sua.

Colpa delle narrazioni romantiche, che alimentano quella distorsione per cui le donne devono essere "diverse dalle altre", per spuntarla al lavoro, in amore, nel mondo insomma.

il sogno ricorrente di essere "la prescelta"

Ed è quindi una sindrome della pick me da manuale, a spingerci verso la fascinazione davanti a un mostro. Sembra un gesto di ribellione alla logica patriarcale del potere ma invece incarna con precisione chirurgica quella stessa logica, oltretutto spingendo le donne - e stavolta si parla di quelle reali - verso un gioco rischioso, oltre che estremamente tossico. Tanto, la narrativa ha romanticizzato la violenza maschile, che si sono venute a creare situazioni come la claque al processo di Ted Bundy (ne abbiamo parlato qui) perché metà delle donne statunitensi si erano innamorate di lui nonostante fosse un ferocissimo killer. 

Il confine tra fantasia e realtà è infatti pericolosamente labile. Basti pensare all’hybristophilia, la tendenza — tutt’altro che rara — di provare attrazione per assassini o criminali famosi (o anche non famosi, ormai). Dopo la serie You, Internet si è riempito di meme che romanticizzavano il personaggio di Joe Goldberg e perfino il cannibale Jeffrey Dahmer ha avuto la sua fanbase su TikTok. Per non parlare della romanticizzazione del "malessere": dinamica grazie alla quale ragazzine delle fasce di popolazione più fragili e marginali restano invischiate in relazioni tossiche con i coetanei più vicini alle cosche che alle scuole. Non si tratta (quasi mai) di giustificare la delittuosità: è piuttosto l’idea di “capire il mostro”, o appunto quella di essere "l'unica", la sola in grado di salvarlo o almeno di trascorrerci del tempo insieme senza essere uccisa o derubata.

Ma andiamo al cliché di “lei che lo salva” dietro al quale si nasconde il sogno di essere vista come forza trasformatrice e non come vittima. Si tratta di una energia che anima le eroine romantiche già dall’Ottocento e che non ha smesso di animare i plot di libri e film nemmeno oggi. Il fascino del mostro è, in fondo, il fascino della soglia: la promessa di un altrove emotivo dove eros e thanatos, desiderio e distruzione, coincidono.

I vampiri, gli assassini, i cannibali, le rivisitazioni di Frankenstein e i sociopatici come Christian Grey sono la rappresentazione perfetta del patriarcato seducente e quindi inventato — aristocratico, ricco, profondo e in fondo romantico — e dell’impossibilità di sfuggirgli davvero.

è sempre una questione di potere