L’amore si reinventa, tra consenso e un nuovo lessico: pare che l’idea che l’amore debba limitarsi a una relazione di coppia sia superata, almeno per una fetta crescente di giovani adulti. In un sondaggio pubblicato da Tinder nel 2024, quasi la metà degli utenti appartenenti alla Generazione Z ha espresso apertura verso relazioni eticamente non monogame.
"Normal people", la serie che ha ridefinito il modo in cui oggi intendiamo le relazioni
Un numero ancora più alto, il 70 per cento, ha dichiarato di immaginare sé stesso/a in una relazione aperta nel corso di un’indagine parallela condotta dal Kinsey Institute for Research in Sex, Gender and Reproduction dell'Indiana University. Insomma la monogamia, se non proprio messa in discussione, viene per lo meno rinegoziata sulla base del rispetto vicendevole, del consenso, del coinvolgimento di tutte le parti in ogni scelta.
rivoluzionare il concetto di amore: adesso è sinonimo di rispetto (e finalmente)
Chi pensa che il poliamore sia una moda passeggera forse dimentica che i suoi semi germogliano da ben prima dell’era digitale: basti pensare alle comuni degli anni Sessanta o alla filosofia dell’amore libero. Ma erano poche persone, una minima resistenza a fronte di un Occidente che ha stabilito regole e schemi anche lì dove "non si comanda", sul cuore. E proprio perché non si comanda, ma non è socialmente accettato a meno che non sia eteronormativo, l'amore viene tradito. In senso letterale e in senso filosofico.
Finalmente qualcosa oggi è cambiato tanto nella sostanza quanto nella forma: il desiderio di vivere affetti multipli in modo trasparente e consensuale è sempre più normalizzato dalle nuove generazioni, evidentemente molto meno ipocrite delle precedenti.
La novità sta nel modo in cui questo tipo di relazioni viene codificato, discusso e legittimato pubblicamente. Il linguaggio del poliamore si è fatto più preciso, più sfaccettato: si parla di relazioni ancore, partner primari, non-esclusività emotiva, compersione (ovvero la gioia nel vedere il proprio partner felice con qualcun altro), fino ad arrivare a concetti come l’anarchia relazionale.
poliamore non vuol dire avere due partner che non si conoscono, anzi
Questo lessico, spesso in continuo mutamento, riflette la fluidità di un mondo che si rifiuta di incasellarsi in modelli predefiniti. Ma dietro alla terminologia c’è qualcosa di più profondo: un tentativo collettivo di rendere visibili e verbalizzabili vissuti ed esperienze che per troppo tempo sono stati marginalizzati (quando non del tutto patologizzati).
Vivere il poliamore non è facile: non significa avere due o più partner, significa una competenza emotiva non indifferente, capacità comunicative raffinate, consapevolezza dei propri limiti e rispetto per quelli delle altre persone coinvolte e, soprattutto, una negoziazione continua e mai definitiva di equilibri in costante cambiamento.
Non è un modello “migliore” della monogamia, ma è sicuramente un’opzione alternativa che alcune persone trovano più rispondente ai propri bisogni e alla propria visione dell’amore.
le "regole" del poliamore
Le regole del poliamore non sono rigide e universali, ma tutto il contrario: proprio per la natura di questo orientamento sessuale, ogni relazione è modellata su bisogni e accordi individuali. Esistono però alcuni principi guida che tendono a ripetersi nella maggior parte delle dinamiche poliamorose. Il primo è ovviamente il consenso informato: tutte le persone coinvolte devono essere a conoscenza della non monogamia e dichiararsi lucidamente d’accordo nel parteciparvi.
Non è poliamore se qualcuno viene tenuto all’oscuro: quello è tradimento. La comunicazione aperta è quindi fondamentale: le relazioni poliamorose funzionano solo se c’è dialogo sincero e costante. Ci si confronta su emozioni, limiti, aspettative, gelosie e desideri. Il silenzio o l’omissione creano squilibri. Etica e rispetto reciproco, perché non basta “non essere gelosi”: serve empatia, cura degli altri e un impegno a trattare ogni partner come una persona autonoma e degna di rispetto, non come una “seconda scelta”.