La NASA svela dove è più probabile captare segnali extraterrestri

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HDblog.it Aug 22, 2025 · 2 mins read
La NASA svela dove è più probabile captare segnali extraterrestri
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Scienziati della NASA e della Penn State University hanno analizzato dove e quando sarebbe più probabile captare segnali di civiltà extraterrestri, se queste esplorassero il loro sistema stellare nello stesso modo in cui noi stiamo facendo con il Sistema solare. Il punto di partenza è stato l’osservazione dei nostri stessi comportamenti: i ricercatori hanno studiato i log delle trasmissioni del Deep Space Network (DSN), la rete di antenne con cui comunichiamo con sonde interplanetarie, rover e telescopi spaziali.

Dai dati raccolti emerge che gran parte dei segnali radio terrestri più potenti e persistenti sono diretti verso Marte e verso gli strumenti collocati nei punti di equilibrio gravitazionale tra la Terra e il Sole, i cosiddetti punti di Lagrange, dove orbitano telescopi come il James Webb. Queste trasmissioni, pur avendo come destinatario veicoli e satelliti specifici, non restano completamente “confinati”: un osservatore posto nella giusta posizione nello spazio potrebbe infatti intercettare il segnale “in fuga”, soprattutto quando la Terra e il pianeta interessato sono allineati.

Gli scienziati hanno stimato che, se un’ipotetica civiltà extraterrestre si trovasse in un sistema planetario capace di osservare l’allineamento Terra-Marte, avrebbe circa il 77% di probabilità di trovarsi nel cono di una delle nostre trasmissioni. La probabilità scende al 12% se l’allineamento coinvolge altri pianeti, mentre in assenza di questi allineamenti le possibilità di captare un nostro segnale diventano quasi nulle.

Questa scoperta non è utile solo per capire come potremmo essere percepiti all’esterno, ma anche per affinare le strategie del SETI, la ricerca scientifica di segnali tecnologici provenienti da altre stelle. Secondo i ricercatori, i periodi in cui un esopianeta transita davanti alla sua stella (i cosiddetti transiti) potrebbero rappresentare momenti privilegiati per cercare tracce di comunicazioni aliene. L’imminente lancio del telescopio spaziale Nancy Grace Roman, che dovrebbe individuare centinaia di migliaia di nuovi esopianeti, allargherà notevolmente il campo di ricerca.

Dal punto di vista tecnico, le analisi hanno rivelato che le trasmissioni inviate attraverso il DSN restano perlopiù concentrate entro 5 gradi rispetto al piano orbitale della Terra, e potrebbero teoricamente essere captate fino a una distanza di 23 anni luce, a patto che eventuali osservatori dispongano di radiotelescopi comparabili ai nostri. Questo restringe l’attenzione a un numero limitato di sistemi stellari vicini e allineati correttamente rispetto al nostro.

Sebbene lo studio si concentri sui segnali radio, il modello elaborato può essere esteso anche ad altre tecnologie di comunicazione, come i laser, già in sperimentazione nelle missioni spaziali. Tuttavia, i ricercatori sottolineano che i laser hanno meno probabilità di “trapelare” nello spazio rispetto alle onde radio.

Secondo Jason Wright, direttore del Penn State Extraterrestrial Intelligence Center, questi dati rappresentano un punto di partenza per ricerche più mirate: man mano che la nostra presenza interplanetaria cresce, aumenteranno anche le trasmissioni che potrebbero “svelare” la nostra posizione.