Il nostro Sole, la stella che ci dona vita e calore, nasconde ancora molti segreti nel suo cuore ardente e nella sua atmosfera turbolenta. Comprendere i suoi meccanismi più intimi non è solo una questione di curiosità scientifica, ma una necessità pratica per proteggere la nostra civiltà tecnologica. Il flusso costante di particelle che emana, noto come vento solare, può infatti generare tempeste geomagnetiche capaci di mettere in crisi le reti elettriche, i satelliti per le comunicazioni e la sicurezza degli astronauti in orbita. Per svelare questi misteri, la NASA ha inviato un'esploratrice audace, la Parker Solar Probe, in un viaggio senza precedenti verso la nostra stella.
Lo scorso 24 dicembre 2024, questa sonda ha compiuto un'impresa storica, volando a soli 6,1 milioni di chilometri dalla superficie solare, più vicino di qualsiasi altro veicolo spaziale mai costruito. Tuffandosi nella corona, l'atmosfera più esterna del Sole, ha raggiunto la sbalorditiva velocità di 690.000 chilometri orari, diventando l'oggetto più veloce mai creato dall'uomo. Ora, l'agenzia spaziale statunitense ha rilasciato le incredibili immagini e i video catturati durante questo incontro ravvicinato, offrendoci una prospettiva che finora potevamo solo immaginare. Grazie allo strumento WISPR (Wide-Field Imager for Solar Probe), stiamo osservando con i nostri occhi, e non solo attraverso modelli matematici, il punto esatto in cui nascono le minacce del meteo spaziale. Ecco quanto ha pubblicato la NASA in un video sul suo canale YouTube.
Per la prima volta, gli scienziati hanno potuto osservare direttamente le collisioni e le fusioni tra diverse espulsioni di massa coronale (CME), gigantesche bolle di plasma e campi magnetici che sono tra i principali motori delle tempeste solari. "In queste immagini, vediamo le CME che si accumulano una sopra l'altra", ha spiegato Angelos Vourlidas, scienziato dello strumento WISPR. "Stiamo usando questi dati per capire come si fondono". Inoltre, è stato possibile visualizzare con chiarezza il "foglio di corrente eliosferico", un confine fondamentale dove il campo magnetico del Sole inverte la sua polarità.
Ma come fa una sonda a sopravvivere a un simile abbraccio infuocato? La Parker Solar Probe è un capolavoro di ingegneria, progettata per resistere a condizioni estreme.
Il segreto risiede nel suo scudo termico, il Thermal Protection System (TPS). Realizzato con una schiuma di carbonio composito inserita tra due pannelli di carbonio, questo scudo di quasi 12 centimetri di spessore è incredibilmente leggero e resistente. Sebbene la sonda viaggi attraverso uno spazio con temperature di milioni di gradi, la superficie dello scudo rivolta verso il Sole si riscalda "solo" fino a circa 1.400 gradi Celsius.
Questo perché la corona solare, pur essendo caldissima, è estremamente rarefatta. Ci sono poche particelle che trasferiscono calore, un po' come mettere una mano in un forno caldo senza toccare le pareti: l'aria è calda, ma non brucia immediatamente. Lo scudo, rivestito da una vernice ceramica bianca per riflettere quanta più energia possibile, protegge così la delicata strumentazione di bordo, che opera a una confortevole temperatura ambiente. Questo straordinario strumento ci sta portando più vicino che mai a decifrare l'enigma del vento solare e a proteggere il nostro futuro.